
Alla pubblicazione delle pagine del diario di Candido, intitolate: “Esercizi in preparazione alla Tonsura”, scritte il 21 marzo 1957,
premettiamo un breve racconto per far capire quanto sia costato a Candido quel giorno destinato a lasciare la prima orma dolorosa della Via Crucis che caratterizzerà il suo Sacerdozio, dichiaratamente finalizzato alla salvezza delle anime, e perciò inevitabilmente contrastato, a causa dell’ardore e della schiettezza con cui lo ha svolto.
La tonsura, Candido avrebbe dovuto riceverla l’anno precedente, nella primavera del 1956, ma, era stata rinviata perché accusato di aver riferito al Padre Generale (che, in una visita canonica, lo aveva invitato a ricorrere a lui) il disordine morale allo studentato, e il comportamento di un sacerdote (P.X).
Ribaltata in una feroce calunnia, la sua schiettezza, diventa fonte di accusa, e, per ritorsione, viene escluso dalla Tonsura.
Lo racconta Candido stesso nel suo diario.
Il Padre Provinciale lo fa chiamare e gli chiede:
«Non sospetta nulla lei?»
«No padre» risponde Candido
«Ebbene lei non è stato ammesso per ora alla tonsura, il capitolo l’ha sospeso perché si corregga dal vizio della lingua lunga, fra due o tre mesi vedremo se ammetterla»
Candido comprende che il Padre Provinciale è dispiaciuto, ma che non ha potuto nulla per impedire la persecuzione contro di lui suscitata per invidia dal Padre Prefetto, e così conclude:
«Perdono, a tutti. Quello che ho sofferto in questi giorni è indescrivibile. Solo colui che ha sofferto tali cose può comprendere il dolore. Signore tu vuoi così, anch’io lo voglio. E’ per punire i miei gravi peccati e per umiliare la mia grande superbia. Il Padre Prefetto da che mi sono lamentato che non fa il Prefetto nel senso clarettiano, non è stato più affabile con me. Ho cercato di cambiare tante volte direttore di spirito, ma non l’ho fatto per fargli capire che io lo stimo e che gli voglio bene, cercando così di formarmi un carattere. Durante la mia vita ho sofferto molto a riguardo dei direttori di coscienza, forse perché non erano all’altezza del compito, sia perché essendoci scarsezza di padri, bastava che uno fosse sacerdote perché potesse essere direttore».
Poi ancora scrive:
«Mi sento molto abbattuto e so che è il demonio che fa girare la macchina perché gli ho dato una grande sconfitta. Cuore di Maria, Cuore di Mamma, tu vedi le mie miserie e il mio nulla, eppure sono tanto superbo. L’umiliazione sia il mio pascolo e il letto del mio riposo».
E infine, come ripeterà, fino alla morte, nelle prove ancor più dure predisposte per lui dalla Divina Provvidenza, così conclude:
«Coraggio Candido, tutto passerà e tutto si saprà con verità, se Dio vuole, se no che te ne importa che gli altri ti stimino o ti disprezzino? Per questo non sei né meno santo, né più santo. Sei quello e vali tanto quanto davanti a Dio. Di altro non ti curare e vivi allegro. Il demonio rugge ma è legato. C’è tua Madre che veglia su te».
Questa prima persecuzione iniziata in Seminario acquista un grande significato perché è causata, non solo dalla rettitudine di Candido – che difende l’integrità della via di perfezione clarettiana, e per questo denuncia disordini morali e compromessi col mondo – ma anche, e soprattutto, perché Candido apertamente dichiara che la propria vocazione sacerdotale è la testimonianza della veridicità delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, attirandosi, senza volerlo, l’ostilità di un certo clero, determinato a distruggerle.
Più volte lo riafferma nel diario .
Nel luglio 1956 scrive:
«Cara Madonna, dolce Madonna del mio paesello, come ti sento vicino a me con il tuo influsso, come ti sento in me e fuori di me. Vorrei testimoniare col mio sangue la tua venuta a Ghiaie e la mia vocazione è un miracolo continuato della tua promessa. Se tu non fossi apparsa davvero io non sarei quello che sono».
E nella lettera a padre Felice del 10 gennaio 1957, costatando con amarezza tanta ostilità verso le apparizioni di Ghiaie, Candido scrive:
«Ho qui davanti a me la lettera che mi ha scritto don Cortesi in cui mi risponde dicendomi che “ormai la Chiesa ha espresso con tutta chiarezza il suo parere negativo e aspettare un parere (della chiesa) totalmente contrario è come aspettare il sole in pieno meriggio”. Mi dice fra l’altro che non si è pentito per nulla di ciò che ha fatto, anzi, ciò che ha fatto è stato “il minimo che si può pretendere da un galantuomo che ama la verità, la Vergine Maria, il soprannaturale”. I fatti per don Cortesi non esistono più e mi dice di non saper più nulla e di non aver avuto sentore per nulla della lotta che si fa. Avendogli detto che la promessa di Maria si sta ormai compiendo, poiché mi mancano ancora due anni, e attribuendo la mia perseveranza a Maria, e avendoglielo detto con la coscienza certa, chiama questi miei sentimenti retorica. Ma io dirò fin che vivo perché è giustizia, che la mia perseveranza si deve solo a Lei, a Maria».
(a proposito della persecuzione nei confronto di Adelaide attuata dall’Inquisitore don Cortesi, si veda in questo sito la pagina “il martirio”)
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Dopo questa premessa possiamo chiaramente comprendere come la santità di Candido Sacerdote, tanto osteggiata per tutta la sua vita fino alla sua morte, costituisca la più limpida testimonianza della veridicità delle apparizioni di Ghiaie,
e a tal fine si propongono le pagine del diario scritte da Candido in preparazione alla tonsura, quale indispensabile ed eccelso riferimento per tutti coloro che aspirano a essere Sacerdoti, così che possano guardare a Candido come loro modello.
21 – 3 – 57 ESERCIZI DI PREPARAZIONE ALLA TONSURA
Ex hominibus assumptus. Tendo al Sacerdozio ma rimango sempre l’uomo. Avrò sempre con me il mio corpo che mi trascinerà sempre in basso. Uno scandalo dato da un sacerdote è quasi irreparabile perché trascina nell’abisso molte anime. Hai condannato all’inferno un’anima con i tuoi scandali? Hai similmente condannato la tua.
Prima di dare il gran passo devo soppesare bene le mie forze. Quale è l’ostacolo maggiore alla mia santità, il difetto o l’inclinazione che perderanno molte anime? Correggilo adesso finché tu possa giungere al Sacerdozio con almeno la certezza morale che non darai scandalo.
Purezza, Pietà, Umiltà, Sottomissione – sono virtù necessarie a colui che vuol essere un altro Cristo.
Mi faccio Sacerdote per salvare le anime. Siano queste poche o molte, il Signore lo sa. Il fuoco dello zelo mi deve incendiare per sacrificarmi di più per la conversione dei poveri peccatori.
Penso sin da questo istante alla Congregazione delle Angeliche figlie del Cuore di Maria che si dedicheranno alla conversione dei poveri peccatori. La nuova Congregazione avrà come fondatrice il Cuore di Maria che me l’ha ispirata. Io non sono altro che uno strumento indegnissimo nelle Sue Immacolate mani, non sono altro che un raggio di fuoco che zampilla dal Cuore di Maria. Vi saranno le sorelle secolari per agevolare meglio il lavoro spirituale e materiale delle Figlie Angeliche. Il lavoro abbraccerà tutti i rami…tutti i mezzi sono nelle loro mani trasformati in arma di bene. Maria, agli albori dell’ascesa al Sacerdozio ti consacro i miei sentimenti e le mie energie per la conversione dei poveri peccatori di cui io sono il più grande.
2°giorno
Hai pensato bene a quanto stai per fare? Candido, te la senti di vincerti per sempre? Signore ancor oggi sono caduto malgrado le tante promesse di fedeltà che ti ho fatto. Sono tanto debole, Signore, sono tanto proclive al male che per me il cedere è divenuta cosa ordinaria. Quale ingratitudine Signore.
Signore il passo che sto per fare mi spaventa e mi perturba assai. Da solo non sono altro che miseria e bassezza, io non solo altro che peccato, che ho abusato tante volte della tua grazia, anzi mi sono servito dei miei voti per oltraggiarti ancor di più. Che cosa sono io? Tu sei un mostro d’ingratitudine che l’inferno è troppo poca per punirti.
Malgrado lo stato infimo in cui mi trovo, oggi o Signore, prendo la ferma risoluzione ti esserti sempre fedele; se mi spaventa il passo che sto per fare, Tu sei la mia fortezza, la mia ricompensa, se sono debole tu sei il forte e non temo più il mio stato vile.
Gesù, se sono il più indegno degli uomini, se le belve avessero un po’ d’intelletto ti amerebbero più di me, ma pure io ti amo malgrado la mia vita scandalosa, rilassata, pigra, empia.
Ti chiedo perdono di vero cuore, Gesù buono, e ti supplico di scordarti dei miei gravi peccati perché d’ora innanzi la mia vita sarà spesa solo nel tuo amore e nel tuo servizio. Buon Dio, pietà di me.
Tre grandi consigli per essere sempre fedele alla Vocazione e per fare grande bene alle anime:
Spirito soprannaturale: devo dimenticare di essere uomo e vivere solo per Dio, in Dio, con Dio. Devo vedere in tutto Dio. Vedere ovunque e sempre la mano di Dio. Il Sacerdote è fatto per le cose sante.
Spirito di pietà: la pietà è il termometro della vita Sacerdotale. Pregare sempre e bene. Riflettendo con chi si parla. Dare a Dio il tempo più bello per pregare: alzarsi la mezzanotte per fare un’ora santa per la propria vocazione e salvezza e per la conversione dei peccatori. Ogni giorno la Via Crucis.
Spirito di mortificazione: se si vuole, quando si è Sacerdoti lo si può perdere. Bisogna essere sempre semplici. La disciplina due volte la settimana col cilicio portato ogni mattina. Certe piccole mortificazioni nei cibi e nelle bevande aiutano molto lo spirito a rimanere sempre fervoroso. Non bisogna essere sepolcri imbiancati. Si fa maggior frutto con lo spirito di mortificazione che con 100 pediche.
Signore mancano poche ore alla sacra cerimonia, sono felice del passo che darò. Più felice di un re alla vigilia della sua incoronazione; il mio regale diadema sarà la chierica. In cielo il mio capo risplenderà più del sole, perché ho il coraggio di spogliarmi di tutti i miei attacchi. Signore che io non ti offenda mai. Maria, madre dei Sacerdoti, rivestimi di te.
3 giorno
Ho preparato l’altare per la funzione di domani. L’ho adornato come meglio sapevo e con tutto l’amore. Sono stato dal Padre Prefetto. Ha approvato il mio voto e mi ha detto che nella mia vita soffrirò molto. Fra l’altro mi ha detto che la prova dell’anno scorso me l’ha voluta per far gustare in tutta la sua amarezza perché imparassi a soffrire.
24 Marzo
Mentre ricevevo la tonsura mi sono sentito un altro. Alle ore 19 sono andato in cappella e ho pronunciato il mio voto. Devo confessare che mi sentivo arido come un albero secco…la Madonna avrà accettato tutto e mi benedirà. Maria sono tutto e solo tuo.

NOTA: a proposito della persecuzione nei confronto di Adelaide attuata dall’Inquisitore don Cortesi , si legga: