
(statuetta donata a Candido da padre Pio)
In questa riflessione pubblichiamo una preghiera-salmo scritta, in latino, da Candido seminarista clarettiano nel settembre del 1956, e una visione mentale ricevuta per grazia, due mesi prima nel luglio del 1956, dalla quale è scaturita la preghiera-salmo.
Per comprendere questi due scritti occorre ricordare
- che in quel tempo Candido soffriva perché, come abbiamo detto nella precedente riflessione, la Tonsura era stata rinviata a causa di una feroce calunnia suscitata contro di lui come ritorsione per aver denunciato il disordine morale allo studentato,
- e, soprattutto, perché Candido apertamente dichiarava che la propria vocazione sacerdotale era la testimonianza della veridicità delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, attirandosi così, senza volerlo, l’ostilità di un certo clero, determinato a distruggerle.
Inoltre, per comprendere questi due scritti, occorre tener presente la spiritualità del giovane Candido, vero sacerdote nell’anima, che, come “altro Cristo”, sente nella propria carne il peccato dell’uomo, di tutto l’uomo, come proprio peccato (così come deve fare ogni sacerdote), e lo prende su di sé per partecipare, mediante l’espiazione, alla Redenzione operata da Cristo e alla salvezza delle anime.
Scrive infatti, Candido all’inizio degli esercizi di preparazione alla Tosura:
“Ex hominibus assumptus. Tendo al Sacerdozio ma rimango sempre l’uomo”. Dio e l’uomo sono sempre al centro del suo sentire e del suo patire, come vedremo ancora nelle prossime riflessioni.
Perciò, quando, nella preghiera-salmo scrive: “Domine tu bonus et ego nequissimus”, Candido sente in sé la condizione umana, tutta, corrosa dal peccato e separata da Dio, e si fa mediatore con Cristo fra l’uomo e Dio. Essenziale, pertanto, l’appello a Maria: “Cotidie ad te clamo tu exaudi me, benigna mater. Abscondi in Corde tuo animam meam ut ibi discar amorem tuum, ut amem sicut tuum filium Iesum”.
Abbiamo scelto d’intitolare questa preghiera-salmo
DUC ME AD SANCTUARIUM CORDIS TUI
*
Domine, tu semper exaltasti me et ego humiliavi te,
Domine tu bonus et ego nequissimus.
Tu longanimis et ego semper suscitavi iram tuam.
Parce mihi Domine, parce mihi peccatori et extende manus tuas ad me et extrahe me de inferno et profundo abissu in quo cecidi.
Maria, docissimum nomen et auxilium validissimum da mihi cor poenitentem et aperi manum tuam et duc me ad sanctuarium Cordis tui.
Video bona mater spinas in eo confixas et dolor et plantum me movent.
Misericordia de me, dulcissima Mater, respice ultimum filium tuum et infunde in corde meo fiduciam et spem de peccatis meis remissis.
Animae sunt meum tormentum et me vocant et ego semper Deum filium tuum offendo. Misericordia habe de mea fragilitate o mater clementissima, et absconde me in corde tuo quando inimicus venit ad rapiendam gratiam et splendorum divinum.
Respice in me et miserere mei.
Quando cogitationes males in mente mea veniunt tu protege me suavissimo pallio celesti; quando furor infernorum tentat debilitatem meam tu veni et defende me, infundi in anima mea mea fortitudinem et spem.
Quando in profundo abissu cecidi tu veni ad me extollendum o misericordiosissima mater.
Cotidie ad te clamo tu exaudi me, benigna mater. Abscondi in Corde tuo animam meam ut ibi discar amorem tuum, ut amem sicut tuum filium Iesum.
Mater divina a Corde Imaculato esto refugium animae meae et suscipe in manus tuas animam meam, fac me sentire palpitationes amoris Cordis tui, et inflamma, tui amoris cor meum gelidum et peccaminosum.
Esto custos animae meae et quando diabolus venit vel circuit me ut cadam Cor tuum sit mea illuminatio et defensio.
(traduzione)
Signore, tu mi hai sempre sollevato mentre io ti ho abbassato
Signore, tu sei buono mentre io sono dissoluto.
Tu sei generoso mentre io ho sempre suscitato la tua ira.
Perdonami Signore, perdona me peccatore, e stendi le tue mani verso di me, e liberami dall’inferno e dal profondo abisso in cui sono precipitato.
Maria, dolcissimo nome e aiuto potente, donami un cuore penitente e apri la tua mano e conducimi al Santuario del tuo Cuore.
Vedo le spine conficcate in esso, madre buona, e mi suscitano dolore e pianto.
Abbi Misericordia di me, dolcissima Madre, volgi il tuo sguardo all’ultimo dei tuoi figli e infondi nel mio cuore la fiducia e la speranza che i miei peccati siano rimessi.
Le anime sono il mio tormento e mi chiamano e sempre io offendo Dio il figlio tuo. Abbi Misericordia della mia fragilità o madre clementissima e nascondimi nel tuo cuore quando viene il nemico per rapire la grazia e il divino splendore.
Volgi il tuo sguardo verso di me e abbi pietà di me.
Quando i pensieri cattivi sopraggiungono alla mia mente tu proteggimi con il tuo soavissimo manto celeste, quando il furore infernale tenta la mia debolezza tu vieni e difendimi, infondi nella mia anima fortezza e speranza.
Se dovessi cadere nel profondo abisso tu vieni e liberami o madre la più misericordiosa.
Ogni giorno t’invoco, tu esaudiscimi benigna madre. Nascondi nel tuo Cuore l’anima mia perché impari il tuo amore ed io possa amare come il tuo figlio Gesù.
Madre divina dal Cuore Immacolato sii tu rifugio dell’anima mia e prendi nelle tue mani l’anima mia, fammi sentire i battiti d’amore del tuo Cuore e infiamma del tuo amore il mio cuore freddo e colmo di peccato.
Sii la custode dell’anima mia e quando viene il diavolo per ingannarmi e farmi cadere, il tuo Cuore sia la mia luce e la mia difesa.
*
Come abbiamo anticipato, questa preghiera-salmo scaturisce dalla visione mentale ricevuta per grazia, due mesi prima, che di seguito riproduciamo
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Luglio 1956 – 12 – ore 10
Stavo in letto e andavo con la mente sull’amore che mi porta la Madonna. Io non potevo contenere il mio amore e col crocifisso della confessione nelle mani, alzavo le mie braccia come per abbracciare Maria. Era tanto l’amore che piangevo perché non potevo amarla di più. Infine, non potendone più, ho mandato il mio angelo custode da Maria e gli ho detto: «Va! E non tornare senza una risposta!».
Dopo un po’ mi girai sul lato destro cercando di addormentarmi.
Ma ecco che davanti alla mia mente stupita si presenta la Madonna circonfusa di luce ma non abbagliante. Era bella, di una bellezza divina. Era china su di me come una mamma sta china sul figlio nella culla. Era vestita di un rosa molto sfumato e il manto era di un azzurro-verde molto chiaro. Quando mandai l’angelo custode gli dissi che volevo baciare i piedi della Madonna, ora me la vedo qui davanti.
Dopo i primi momenti di stupore gli dissi tutto l’affetto che sento per essa:
«Senza di te Maria non ha significato la mia vita, senza di te la mia esistenza non ha ragione d’essere, senza di te non posso vivere perché tu sei la mia vita, il mio tutto, il mio tesoro»
Quando mi è apparsa stavo pensando alla Madonna del mio paesello e proprio a quella apparizione delle due colombe e pregavo perché volesse benedire di nuovo quel luogo. La prima cosa che chiesi alla Madonna fu questa:
«Cosa fai in paradiso?»
«In paradiso io formo la compiacenza della SS Trinità, io sono la gioia degli angeli e la letizia di tutti i beati»
Io penso che in paradiso se non ci fosse Maria mancherebbe qualcosa allo splendore del cielo.
«Mi ami tu Mamma?»
«Sì che ti amo e molto, tu lo sai che ti ho amato fin da piccolo e un giorno posi su di te il mio sguardo»
«Che ne pensi di me?».
In quel momento vidi sul petto di Maria un bellissimo cuore circondato da una semplice corona di spine. Che spine lunghe! Ce n’erano alcune, credo 2 o 3 che penetravano nel suo Cuore, ma una, era la più lunga, lo trapassava da parte a parte.
«Chi te l’ha conficcata questa spina?»
Essa allora mi guardò con uno sguardo di tenerezza e mi disse:
«Questa è la tua vita religiosa!».
Allora scoppiai a piangere dirottamente e mi asciugavo le lacrime col bordo delle lenzuola, dovevo raffrenarmi perché temevo che i miei confratelli mi udissero.
Provai un dolore infinito.
Avrei voluto morire di dolore tanto ero disfatto dall’amarezza.
Indi, quando mi lasciò sfogare, quella spina si tramutò in una rosa bellissima, bianchissima, che spuntava dal suo Cuore Materno.
«Ecco cosa sarai per l’avvenire. Raccoglimento, Mortificazione e Penitenza».
La Madonna mi dette a baciare le sue mani poi si chinò su di me e mi baciò in viso.
«Non lasciarmi, Mamma, non lasciarmi solo ho passato troppo tempo nell’indifferenza, sono stato tanto crudele con Gesù e con te, non mi abbandonare ti prego»
Volevo alzarmi e prendere la sedia al tavolino, ma non volle. Disse che essa non si stanca.
«Non temere il demonio, disprezzalo e non ti curare di lui. Io ti sono sempre vicina».
Quando tutto questo passò e che mi trovai ancora piangendo, provai una grande pace.
Primi di addormentarmi dissi a Gesù:
«Gesù non avertene a male se sembra che amo più di te la tua Mamma».
Gesù mi rispose:
«Amala ancora di più perché amandola mi fai tanto piacere e il passaggio da mia Madre a me è brevissimo. Più l’amerai più amerai me, perché per Mariam ad Iesum, per Cor Mariae ad Cor Iesu»
*
Occorre rilevare innanzitutto che la visione mentale scaturisce mentre Candido ricorda la santa Vergine apparsa a Ghiaie con le due colombe nelle mani e prega perché benedica di nuovo quel luogo.
Ma la santa Vergine non si mostra a lui in quel modo, bensì vestita di rosa col manto azzurro, come mai era apparsa a Ghiaie.
Nella penultima apparizione infatti, si era mostrata sì, con il vestito rosa, ma aveva il velo bianco, e non azzurro.
La visione di Candido s’innesta comunque, pienamente, nello stesso ciclo epifanico di Ghiaie, il cui tema fondante è costituto, come abbiamo più vote ribadito, dal Mistero dell’Incarnazione, che i due colori rosa e azzurro ricordano: poiché il rosa simboleggia la carne umana di cui il Verbo di Dio si è rivestito per divenire uomo, mentre l’azzurro simboleggia il Cielo dal quale il Verbo di Dio è sceso per incarnarsi nel seno della Vergine Maria.
La visione mentale donata a Candido, pienamente inserita nel ciclo epifanico di Ghiaie, illumina la spiritualità (eucaristica) di Candido, in cui Dio e l’uomo sono sempre al centro del suo sentire e del suo patire perché l’umanità sia condotta in Cristo, all’Unità con Dio.
Per questo la santa Vergine mostra a Candido la vita religiosa come partecipazione al proprio dolore di Corredentrice, innestata dunque, nel Cuore Addolorato – che sanguina come in un inesausto Calvario con Cristo Crocifisso – al quale deve unirsi perennemente Candido Sacerdote per partecipare, con Cristo e in Cristo, alla Redenzione e alla salvezza delle anime, perché siano condotte, con Maria, in Paradiso a vivere la gioia degli angeli e la letizia di tutti i beati, nella Gloria della SS Trinità.
Ricordiamo che, attraverso Adelaide, la santa Vergine, nella seconda apparizione, aveva legato chiaramente la Missione di Candido al proprio Cuore, dicendo:
EGLI SI FARÀ SACERDOTE MISSIONARIO SECONDO IL MIO SACRO CUORE
*
Torneremo a riflettere su questo tema fondamentale della spiritualità di Candido che lo avvicina a padre Pio, unito al quale Candido ha vissuto permanentemente, fino alla morte, la Missione di Sacerdote della Misericordia chiamato alla salvezza delle anime.


Interessantissimo. Grazie tante. Rileggerò.