Il cartello posto sulla cappelletta delle apparizioni fa capire che la Curia di Bergamo prepara il compimento dell’inganno iniziato 80 anni fa, ed evidenziato col funerale di Adelaide.
Basta rileggere alcune frasi dell’omelia pronunciata quel giorno, 27 agosto 2014, dal parroco.
«Eh! siamo uomii! Sbagliamo, diceva Adelaide, con quella serenità tipica di chi per tutta la vita ha cercato uno sguardo e finalmente l’ha trovato…siamo certi che ora sta contemplando il Volto di quell’Uomo che ha cercato per tutta lavita».
Così esclamava il parroco dall’altare, per dire a tutti che Adelaide non aveva mai visto lo sguardo di Dio, tantomeno di Maria, ma ha solo cercato lo sguardo di un “Uomo”, e, sul letto di morte, ha visto solo quel che aveva sempre voluto vedere, ovvero l’Uomo cercato per tutta la vita, dopo aver ammesso di aver sbagliato, come tutti gli uomini (perché non era affatto la prediletta di Maria) e di aver detto una menzogna affermando di aver visto la Madonna.
«Il cuore di Adelaide è cambiato, cambi il nostro»
esclamava ancora il parroco, continuando poi, a ripetere a tutti che “lei è cambiata”, per far capire che il cuore di Adelaide bambina era cattivo, ma poi, quando ha confessato la menzogna, è diventato buono, potendo rivolgere, in punto di morte, all’Uomo cercato per tutta la vita, una frase sconcia, orrenda e impudica: «Vieni, vieni» (ovviamente mai pronunciata da Adelaide, che mai ha pronunciato le altre frasi a lei attribuite).
Quel funerale ha segnato la tappa conclusiva dell’opera nefasta dell’Inquisitore don Cortesi condotta in pieno accordo con la Curia. E il sermone del parroco, la pietra tombale sulla verità.
In virtù di quel funerale, Adelaide, che ha confessato la colpa, può esser dichiarata santa, grazie all’opera violenta del persecutore legittimata da lei stessa: compimento del processo vittimario, notissimo in ambito antropologico, per cui la vittima riconosce la colpa, legittima il suo persecutore, e diventa balsamo per tutti.
Manca solo una bella celebrazione finale che chiuda questo processo diabolico, prevista per quest’anno.
Ormai tutto è pronto per dichiarare l’inganno, proprio come lo ha prefigurato il persecutore di Adelaide, nell'”epilogo” del suo orrendo libro: “Il problema delle apparizioni di Ghiaie” (da lui concluso nel 1945 nel Seminario Vescovile di Bergamo, e pubblicato in quell’anno dalla Curia di Bergamo, per essere utilizzato, nel 1947, dal Tribunale Ecclesiastico di Bergamo che condannerà Adelaide legittimando la persecuzione infertale per tre anni, che continuerà per tutta la sua vita).
Così scriveva l’Inquisitore, don Cortesi, illustre membro della Curia:
Tutto è finito. In quell’angolo solitario delle Ghiaie, ove l’umanità fu beffata, rifiorirà selvaggiamente la vecchia siepe di nocciuolo, di sambuco, di biancospino; l’immensa solitudine, ricuperato il suo impero, continuerà a mescere il suo lieve sussurro col cinguettio degli uccelli e collo scrosciardel fiume. Sotto il rigurgito delle memorie, quella siepe, gli alberi, le margherite e l’erbe, negli annuali ritorni del maggio odoroso, trasalirannoe, nei fraterni colloqui notturni con le stelle, narreranno l’antica fiaba meravigliosa e malinconica di una dolce primavera di speranze, strinata dal gelo prima di fiorire, di una povera bimba settenne, tradita dal cupo genio del male. E le stelle pie, su quella terra solitaria, verseranno una lacrima.
Il luogo delle apparizioni, per la Curia di Bergamo, non è altro, dunque, che:
l’angolo solitario ove l’umanità fu beffata da una povera bimba settenne, tradita dal cupo genio del male!
Quell’illustre membro della chiesa di Bergamo deve continuare a rappresentare il faro per Bergamo, e in suo ossequio, la Curia deve convincere i fedeli delle apparizioni di Ghiaie che, per continuare la devozione alla Madonna, devono permettere di far convivere, anche in quel Luogo Santo, Maria e il cupo genio del male, ovvero Dio e il diavolo.
E ce la faranno, incapaci di vedere la Luce d’Amore, Che rimarrà per sempre nascosta ai loro occhi ottenebrati, com’è nel disegno della Divina Provvidenza.
Grazie per questo illuminante articolo, grazie sempre perché veniamo aiutati a capire e così non ci lasceremo ingannare.
Michela