«La Mamma apprezza molto che tu abbia sofferto e soffra per le esperienze negative del tuo passato, ed è per questo che sei stato prescelto per la verità».
Così mi scriveva Adelaide nella lettera del 18 gennaio 2014, conoscendo bene quali erano state le mie esperienze negative, perché lei aveva pregato e si era sacrificata per me;
e, per confermarlo, aggiungeva:
«allegherò a questa lettera una fotografia della Bonino per farti capire cosa sto dicendo».
La fotografia, tratta da: “imolaoggi.it” del 13 04 2013, è questa.
Sapevo molto bene che la Bonino, prima paladina dell’aborto, aveva guidato le iniziative pro-aborto delle più accese femministe, che imitando la sua azione omicida,
avevano organizzato viaggi di morte per donne intenzionate ad abortire,
e avevano praticato, loro stesse, come un vero sterminio, l’aborto, col metodo dell’aspirazione, Karman, proprio come la Bonino, convinte di scegliere chi doveva nascere e chi doveva morire ancor prima di nascere, secondo i noti programmi di eugenetica nazista ” morte per compassione” e “procreazione consapevole” della buona razza.
E così, quattro giorni più tardi, il 22 gennaio 2014, confermando ad Adelaide le sue parole, le ho scritto:
«La foto della Bonino è orribile»,
e ho aggiunto:
«Mi ricorda quel triste periodo, passato a servire satana nella persona di… Il pensiero di quei bimbi non nati mi addolora».
Adelaide lo sapeva:
quelle esperienze mi avevano segnato profondamente, e ancor oggi, anche dopo la conversione a Cristo Signore della Vita, e aver ricevuto il Sacramento del Perdono, provocano in me tanta amarezza, e vorrei non averle mai compiute, anche se Adelaide mi dice che per questa mia afflizione sono stato prescelto per la verità.
Perciò – per questo mio vissuto, che non posso dimenticare – è stata una vera sorpresa vedere, qualche anno più tardi, Papa Francesco portare fiori e cioccolatini, proprio ad Emma Bonino.
Le immagini diffuse da tutti i mezzi di comunicazione di massa, che ritraevano Papa Francesco di fronte a Emma Bonino, mi hanno allibito.
Era difficile, per me, vedere il Papa unito in piacevole conversazione con la rappresentante acclarata di tanto sterminio d’innocenti, accanto al tavolo su cui facevano bella mostra un mazzo di fiori recisi e una scatola di cioccolatini donati amabilmente dallo stesso Papa Francesco a Emma Bonino.
Ho provato in tutti i modi a distaccarmi da quelle immagini, ed evitare il giudizio, ma ogni volta una domanda angosciosa affiorava con assillo alla mia mente,
e mi chiedevo:
perché Papa Francesco non ha mai portato un mazzo di fiori recisi e una scatola di cioccolatini ad Adelaide, lasciandola morire da sola, senza mai stringerle le mani come ha fatto con la Bonino?
Era impossibile trovare una risposta.
E mi domandavo ancora:
com’é possibile che un Papa abbia lasciato morire nell’abbandono l’eletta della santa Vergine portatrice del messaggio in favore della vita, e tributi grandi onori alla rappresentante del “crimine abominevole” contro la vita, come san Giovanni Paolo II° ha definito l’aborto?
e poi ancora, senza mai trovare una risposta plausibile a tale stridente contrasto, mi domandavo:
com’è possibile portare fiori e cioccolatini alla rappresentante dei “sicari”, come lo stesso Papa Francesco definisce coloro che praticano l’aborto, e stringere le sue mani in un’intesa di reciproco affetto, segno di comunione solidale col male che conduce all’Inferno e attira terribili castighi di Dio, come la guerra?
Solo dopo molta riflessione, mi pare aver capito che sbagliavo a porre la questione in quel modo.
Ovvero, che sbagliavo a porre la questione su un piano puramente evenemenziale, senza collocarla, innanzitutto, in un DISEGNO DIVINO, per poi coglierne il pieno significato provvidenziale nel tempo.
Ed è stato così, che tutto mi si è chiarito.
Ho capito, allora, che:
- scegliendo di confermare Emma Bonino, nella sua figura di “grande italiana” per innalzarla, con la sua Sacra Presenza, alla stima di questo mondo, come le spetta e desidera, Papa Francesco HA FATTO QUELLO CHE DOVEVA FARE,
e allo stesso tempo, per la stessa ragione,
- scegliendo di lasciar morire Adelaide nella solitudine, e privandola della sua Sacra Presenza, Papa Francesco ne ha completato il martirio, mediante il quale Adelaide è stata elevata alla santità, quale figura di Cristo Crocifisso, e dunque quale vera suora Sacramentina, come Adelaide desiderava essere con tutta se stessa.
(si veda il capitolo IL DISEGNO DIVINO, in: PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli, pp 242-245)
*
Inevitabile, perciò, concludere che,
alle domande poste nella precedente riflessione:
perché Papa Francesco non ha più ricevuto Adelaide in udienza, e non le ha più parlato, non le ha telefonato, non le ha scritto, non si è informato dei suoi problemi, dei suoi tormenti, del suo stato di salute, della sua grave malattia, e perché non si è recato al suo capezzale, nemmeno ha mandato qualcuno in sua vece lasciandola morire sola, senza dire una parola alla sua morte, e perché ha sempre ignorato Adelaide, anche negli anni dopo la morte di Adelaide, conoscendo bene la grande fiducia che Adelaide riponeva in lui, e, infine, perché non ha mai divulgato la lettera di richiesta di perdono scritta da Papa Benedetto XVI°, che ben conosceva (e che risulta introvabile, sia nella copia che nell’originale), obliando la sua stessa richiesta di perdono rivolta con la parola ad Adelaide,
non giungerà, mai, alcuna risposta.
Permane infatti, il gravissimo atto di omissione compiuto da Papa Francesco consistente nel non pubblicare la lettera scritta dal Santo Padre Benedetto XVI°, a seguito dell’udienza concessa, dallo stesso Santo Padre Benedetto XVI°, ad Adelaide, il 26 aprile 2011,
mediante la quale il santo Padre Benedetto XVI° ha chiesto perdono ad Adelaide IN NOME DELLA CHIESA UNIVERSALE, ovvero in nome di tutti i fedeli della Chiesa Cattolica,
L’atto di omissione compiuto da Papa Francesco di occultare un importantissimo atto ministeriale del Sommo Pontefice suo predecessore, segna una contrapposizione insanabile, aggravata dall’omissione della stessa richiesta di perdono rivolta dallo stesso Papa Francesco, mediante la sua voce, ad Adelaide nell’udienza di fine maggio 2013.
*
I FIORI RECISI SONO FIGURE DELLE VITE STRAPPATE DAL GREMBO MATERNO, CHE ADELAIDE HA OFFERTO ALLA SANTA VERGINE DURANTE L’APPARIZIONE DEL 28 MAGGIO 1944, SOLENNITA’ DI PENTECOSTE, GIORNO IN CUI NASCE LA CHESA.
*
Udienza con Papa Francesco: prima lettera di Adelaide
Rovereto 7 giugno 2013
Caro Arnaboldi Giuseppe detto Riva, ti scrivo questa mia perché domani viene … così potrà consegnartela.
Soffro molto per questo mio stato di reclusione, ma per me e per voi tutti è meglio così.
Grazie del libro, anche se la postina me lo porterà domani io sono già eccitata non vedo l’ora di leggerlo e rileggerlo, come faccio con tutti i tuoi libri...mi scherzano, mi prendono in giro, dicono che ormai dovrei saperli a memoria.
Colgo l’occasione per farti gli auguri di buon compleanno e che la Mamma di tutti noi protegga te, la mia Nunzia e tutti i tuoi adorati figli.
So che sei solo per Candido, vorrei dirti una cosa molto importante, lui soffriva per me quando ero reclusa tra le fauci di quel prete falso… ( ed aggiungere che io non ho fatto nessuno scritto per difendere cortesi, se l’ho fatto non ero nelle mie facoltà mentali), e continuando il discorso di Candido anche io ho sofferto molto per lui, per il suo calvario e ancora oggi quando penso a lui provo un dolore infinito.
Devi avere pazienza so di averti promesso aiuto, ma sono veramente sofferente e a volte ho vuoti di memoria.
Ricordo Candido da ragazzo, si vedeva ch’era diverso da tutti i suoi compagni, lui era speciale io lo capivo, lo sentivo, lo vedevo, tra noi c’era qualche cosa di speciale forse questa era una delle volontà della Madonna.
Vorrei che il tempo tornasse indietro e non fare gli errori che ho fatto.
Quando andrò dalla Mamma dovrò chiederle perdono, ma sono pronta e aspetto con ansia questo momento…tu caro Beppe sai cosa vuol dire e quanta è la sofferenza.
Sono stanca di soffrire, ma passerà quando sarò di là.
Anche se … ti avrà già informato volevo dirti che sono andata dal Papa e se permetti raccontarti questa bella esperienza.
Papa Francesco, imbeccato dal Papa precedente e ancora in vita (col quale avevo parlato anni fa) mi ha chiesto di raccontare la mia storia e sai che cosa ho fatto? Avevo messo in una busta una copia dei tuoi libri e li ho dati a lui. Ho raccontato tutto, dalla prima apparizione ai giorni nostri, tutto quello che mi è successo e gli ho detto che in Vaticano ci sono le spie (come vedi hanno già tentato di rubare le lettere, ma questa volta non le trovano). Anche lui mi ha chiesto perdono per tutto il male che la Chiesa mi ha procurato e mi ha promesso che ci lavorerà sopra e che la sua intenzione è quella di portare alla Luce la verità, al che gli ho dato i tuoi libri e gli ho detto: questo carissimo amico scrittore ha scritto la verità, a parte Candido, solo Giuseppe Riva ha compreso e scritto la mia atroce galera e sofferenza.
Ti chiedo scusa caro Beppe per non averti interpellato prima, ma è stata una frenesia improvvisa quella di mettere in una busta i tuoi libri.
Perdonami per averlo fatto, sono stata maleducata ed egoista, ma so che tu hai lavorato tanti anni per portare alla luce la verità e non voglio che … possano arrivare primi con una verità che non esiste.
Ti chiedo ancora scusa, non vorrei che tu pensassi che ti ho usato, perché credimi non è proprio nei miei pensieri usarti.
Ti dico grazie in anticipo per il tuo perdono.
Vorrei vederti, vedere te, Nunzia e i tuoi figli, ma per la vostra sicurezza per ora sto rintanata.
Ora ti saluto e vedrò di farti avere in un modo o nell’altro altre mie lettere.
Grazie di esistere Beppe.
Adelaide Roncalli Alias Marisa Arnaboldi
Un grosso abbraccio a tutti voi, che il manto della Mamma e le braccia di mio Fratello proteggano la vostra vita.
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NOTA:
Non si intende, per ora, aggiungere alcun commento al testo, perché ogni lettore possa valutarlo liberamente.
Riguardo allo pseudonimo usato da Adelaide: Alias Marisa Arnaboldi, si precisa quanto segue:
Arnaboldi è il cognome della madre di chi scrive, e Adelaide (suora Sacramentina) lo usa, non solo per rimarcare la sua amicizia, ma per evidenziare un legame più alto, e considerarmi suo “fratello” in Cristo Eucarestia: fratello di suo Fratello, Gesù, e figlio della stessa Mamma, Maria.
Marisa è il nome di una amica d’infanzia di chi scrive, diventata, da adulta, una prostituta d’alto rango, e Adelaide lo usa, dopo aver ascoltato la sua storia, per ricordare ai “farisei” che l’hanno martirizzata, la ben nota frase di Gesù: I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio.
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Udienza con Papa Francesco: seconda lettera di Adelaide
Rovereto 15 giugno 2013
Caro Giuseppe Riva Arnaboldi ti scrivo perché ho una notizia che ti farà piacere (spero).
Ho avuto notizie dal Vaticano, da…
il Santo Padre sta leggendo i tuoi libri, e mentre lui portava il te al Papa, lo ha sentito dire al telefono (forse con l’ex Papa Benedetto sedicesimo) che sono veramente autentici e veritieri perché rispecchiano quello che la veggente ha detto, e tra l’altro i due non si sono mai sentiti e visti prima che lo scrittore scrivesse e facesse stampare gli scritti.
Ballavo di gioia nel sentire queste cose per me, ma soprattutto per te che hai faticato molto per scrivere tutto questo senza aiuti.
Farò avere il tuo indirizzo e-mail a Papa Francesco, spero che possa scriverti e che la sua posta elettronica non sia controllata come la mia. Finalmente un barlume di luce divina è scesa su chi ha sempre lavorato in nome della Mamma. So che si sta interessando anche al caro Candido, perché lui ha detto che i veri pedofili vanno condannati, ma non quelli che sono stati accusati ingiustamente di pedofilia per il semplice gusto di toglierli di mezzo perché scomodi come veri preti di Cristo.
Chissà come sarà contento Candido. Mi auguro che Papa Francesco riesca con il nostro aiuto a riportare alla luce la verità su un martire e ridargli onore.
Ciao l’Arnaboldi ti voglio bene
Adelaide Roncalli Alias Marisa Arnaboldi
PS. Che la Mamma e mio Fratello proteggano la vita di oggi e di domani di tutti quelli che ci amano.
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Prima di affrontare le questioni suscitate dalle lettere di Adelaide pubblicate su questo sito, occorre, innanzitutto, veder affiorare, in esse, il vero RITRATTO di Adelaide,
che ricorda quello mirabilmente tracciato da padre Gemelli dopo l’esame compiuto, con la sua assistente, dott.a Sidlauskaitè, nel convento delle suore Orsoline di Gandino, dal 30 giugno al 04 luglio 1944 (cfr: Giuseppe Arnaboldi Riva, PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli, Etabeta, p. 98)
*
Scrive padre Gemelli:
La piccola è dotata di vivo interesse, si comporta con spontaneità, immediatezza, e in lei si abbozza già una personalità di bimba caratterizzata da fermezza, aderenza e volontà di agire secondo le proprie convinzioni. Adelaide non sa costruire, per proprio conto, un mondo immaginoso e fantastico. Non si preoccupa del giudizio che fanno su di essa, non prende l’iniziativa per rendersi bella e appariscente. È ragionevole, comunicativa, facilmente chiede di essere aiutata; non si vanta, non è gelosa, ma anzi è generosa; mostra socievolezza ed un istinto gregario normale; ha profondo senso del pudore, e, anche se non ha alcuna forma di gentilezza per una inadeguata educazione, attira la simpatia altrui per la grande spontaneità ed affettività che riversa su tutti indistintamente. Sincera e franca, mantiene quanto ha promesso. Non è facilmente suggestionabile. Il suo ideale, che formula solo se richiesta da qualcuno con cui è in confidenza e di cui spontaneamente non parla mai, è di farsi suora. Ama e tratta con bontà gli animali, con gentilezza le piante. Docile verso chi la sta educando, è inclinata a giudicare con bontà gli altri uomini, in lei prevale la compassione, la bontà e la misericordia. Non ammette la vendetta. È da escludersi che si tratti di soggetto anormale in cui la menzogna dia ragione del racconto delle visioni avute.
*
Dall’esame oggettivo di padre Gemelli, traspaiono dunque, molto chiare, le qualità virtuose che formano il vero RITRATTO di Adelaide, rimaste intatte in lei fino alla morte:
spontanea immediata, ferma, determinata, ragionevole, comunicativa, umile, disinteressata, generosa, socievole, simpatica, affettuosa, sincera, franca, pudica, non suggestionabile, amabile, buona, gentile, docile, compassionevole, misericordiosa…
Ed è bene ricordarle, queste qualità virtuose,
perché ci permettono di avere davanti agli occhi l’Adelaide che,
molto malata, ormai prossima alla morte, si reca, affaticata, da Papa Francesco, per chiedere, piena di speranza, il suo intervento in favore dell’approvazione delle apparizioni di Ghiaie,
e poi vederla
di fronte a Papa Francesco, che, dopo aver ascoltato il racconto del martirio da lei sofferto a causa di membri della Chiesa, le fa una grande, immensa, promessa: portare alla luce la verità, chiedendole perdono,
come lei stessa ha scritto nella prima lettera del 07 giugno 2013:
- Papa Francesco, imbeccato dal Papa precedente e ancora in vita (col quale avevo parlato anni fa) mi ha chiesto di raccontare la mia storia e sai che cosa ho fatto? Avevo messo in una busta una copia dei tuoi libri e li ho dati a lui. Ho raccontato tutto, dalla prima apparizione ai giorni nostri, tutto quello che mi è successo e gli ho detto che in Vaticano ci sono le spie (come vedi hanno già tentato di rubare le lettere, ma questa volta non le trovano). Anche lui mi ha chiesto perdono per tutto il male che la Chiesa mi ha procurato e mi ha promesso che ci lavorerà sopra e che la sua intenzione è quella di portare alla Luce la verità,
*
Purtroppo, corre l’obbligo di ricordare, che:
Papa Francesco non ha più ricevuto Adelaide in udienza, e non le ha più parlato, non le ha telefonato, non le ha scritto, non si è informato dei suoi problemi, dei suoi tormenti, del suo stato di salute, della sua grave malattia, e non si è recato al suo capezzale, nemmeno ha mandato qualcuno in sua vece lasciandola morire sola, senza dire una parola alla sua morte;
e ha sempre ignorato Adelaide, anche negli anni dopo la morte di Adelaide, conoscendo bene: la grande fiducia che, quale figlia obbediente della Chiesa, Adelaide riponeva in lui, quale Vicario di Cristo.
Soprattutto:
Papa Francesco non ha mai divulgato la lettera di richiesta di perdono scritta da Papa Benedetto XVI°, che ben conosceva (e che risulta introvabile, sia nella copia che nell’originale), obliando la sua stessa richiesta di perdono rivolta con la parola ad Adelaide.
*
Adelaide e il Papa, la fiducia
«Sì, la croce dei veri cristiani non deve essere vista, soprattutto perché la chiesa di satana non lo permette. Di questo ne ho parlato col santo Padre e mi ha detto che ho ragione e spera di riuscire nei suoi intenti, cioè debellare i demoni all’interno della Chiesa di Cristo, spero riesca nel suo intento».
Così mi scriveva Adelaide il 24 gennaio 2014, a conferma di un pensiero che le avevo espresso nella lettera di due giorni prima.
«La tua croce non deve essere assolutamente vista»,
le avevo scritto, cercando poi, di motivare la mia affermazione, con questi altri pensieri:
«Se fosse vista, la tua croce rivelerebbe l’opera violenta e occulta di una chiesa che si professa erede della Croce di Cristo, ma serve satana. Se fosse vista, la tua croce rivelerebbe i progetti occulti di questa chiesa. I chierici demoni sarebbero smascherati».
La risposta di Adelaide confermava la propria ferma fiducia nell’azione riformatrice di papa Francesco, ribadita da lei, dopo l’udienza concessale da Papa Francesco a fine maggio 2013, in tutti i mesi successivi.
Offriamo alcune sue frasi, molto chiare.
«Io spero che questo papa comprenda la grandezza di queste apparizioni, e non solo, spero che faccia sì che vengano riconosciute» scriveva il 5 luglio 2013
«Sì Papa Francesco legge con interesse i tuoi libri e da voci ti posso dire che è molto interessato perché corrispondono alla verità. Al papa ho detto tutto quello che serviva, ora serve il tuo libro perché tu sei l’unico portatore di verità di me e Candido», scriveva il 22 giugno 2013.
«Credo che ora con papa Francesco le cose cambieranno, mi ha detto….che vorrebbe rivedermi e parlarmi ancora (e questo grazie anche ai tuoi libri), ti farò sapere quando andrò da lui credo che si parli di settembre o ottobre, ma non so. ..ti prometto che sul carro non ci saliranno i soliti pompieri, perché io, quando tornerò da papa Francesco, farò nomi…», scriveva il 18 luglio 2013.
«Ho molta fiducia in Papa Francesco e spero che sia il Papa giusto», scriveva il 27 luglio 2013
«…quel che mi succede è colpa del demonio che sta tirando gli ultimi colpi di coda prima del riconoscimento delle apparizioni…non manca molto, non so dirti quanti mesi o anni, ma secondo voci del vaticano la cosa non dovrebbe essere lontana» scriveva il 04 agosto 2013.
«L’importanza delle Ghiaie non è mai stata capita dalla Chiesa…e allora è logico che le cose vengano affossate, come sai io ripongo molta fiducia in questo papa» scriveva il 14 settembre 2013.
«Certo che papa Francesco vuole unire la chiesa alla mia Mamma e soprattutto le apparizioni di allora che lui conosce bene» scriveva il 01dicembre 2013.
Purtroppo, con grande, grande, grande tristezza dobbiamo dire che
- Papa Francesco non ha più ricevuto Adelaide in udienza,
e non le ha più parlato, non le ha telefonato, non le ha scritto, non si è informato dei suoi problemi, dei suoi tormenti, del suo stato di salute, della sua grave malattia, non si è recato al suo capezzale, non ha mandato qualcuno in sua vece, nemmeno ha detto una parola alla sua morte, e nemmeno ha fatto parlare qualcuno in nome suo.
Soprattutto: nei dieci anni dopo la morte di Adelaide, non l’ha mai ricordata, e non ha mai ostacolato l’azione dei nemici delle apparizioni di Ghiaie, impegnati ad occultare a tutti i costi e in ogni modo, la vera persona e la croce di Adelaide, ovvero il feroce e inesausto martirio che le hanno inferto, per settant’anni, membri della Chiesa.
Sorgono perciò, inevitabilmente, alcune domande, fondamentali per il bene della Chiesa, vista l’importanza, vitale per la Chiesa, delle apparizioni della santa Vergine ad Adelaide, nel piccolo villaggio di Ghiaie.
- Perché, dopo l’udienza di fine maggio 2013, e in tutti gli anni successivi, Papa Francesco ha ignorato Adelaide conoscendo bene: 1) la grande fiducia che, quale figlia obbediente della Chiesa, Adelaide riponeva in lui, quale Vicario di Cristo, e 2) il desiderio ardente, di Adelaide, di vedere riconosciute le apparizioni grazie a lui?
- Per quale motivo Papa Francesco ha concesso udienza ad Adelaide due anni dopo l’udienza a lei concessa da Papa Benedetto XVI° (26 aprile 2011) senza mai confermare pubblicamente la lettera di richiesta di perdono scritta da Papa Benedetto XVI°, che ben conosceva, e che risulta introvabile, sia nella copia che nell’originale?
Per il sommo bene della Chiesa Cattolica, Una e Santa, Sposa dell’Agnello Eucaristico,
rimaniamo in attesa, fiduciosa, di una risposta.
Da parte nostra un indizio crediamo di averlo rinvenuto.
Si trova in un’affermazione di Adelaide nel dicembre di quello stesso anno 2013:
- La Chiesa non conosce veramente Maria altrimenti avrebbe riconosciuto le apparizioni di Ghiaie.
A tal proposito offriamo di seguito alcuni pensieri di Adelaide sulla santa Vergine – espressi nelle lettere di quello stesso anno, 2013,
che mostrano la distanza, quasi incolmabile creata fra Maria e la Chiesa, causa prima dell’opposizione al riconoscimento delle apparizioni di Ghiaie e del Martirio di Adelaide,
ovvero del riconoscimento della croce imposta ad Adelaide dalla Chiesa istituzione, chiamata, approvando le apparizioni di Ghiaie, a riconoscere, nella croce di Adelaide, la Santa Croce di Cristo, e il suo Santo Sacrificio, e dunque alla conversione nelle mani immacolate di Maria.
Questi, i pensieri di Adelaide sulla santa Vergine, espressi nelle lettere dell’anno 2013.
- Non solo è la Regina della famiglia ma è la Regina di tutti quelli che soffrono, che muoiono in guerra, e prego con Lei perché tutto questo finisca (5 luglio 2013)
- IL MESSAGGIO DI GHIAIE NON SOLO STA AL CENTRO DELLA CHIESA, MA DOVREBBE STARE AL CENTRO DEL CUORE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI (22 luglio).
- Ghiaie è la PASQUA, LA RESSURREZIONE, LA PACE, la vittoria sulla morte che non esiste, ma in quanti hanno compreso? (13 luglio 2013).
- La nostra Mamma soffre da millenni. Sì per Lei che soffriva, soffre, soffrirà, le apparizioni DEVONO ESSERE RICONOSCIUTE IN TOTO, riconoscendo le apparizioni poi si riconoscerà anche il mio martirio (18 luglio 2013).
- Sì, Lei è la Sapienza che unisce, ma ricordati che soffre molto…il suo unico Figlio è morto per gli esseri umani, ma quante persone vedi degne del sacrificio di mio Fratello? (1 dicembre 2013) ».
- La Chiesa non conosce veramente Maria altrimenti avrebbe riconosciuto le apparizioni, e non serve molta immaginazione per scrivere della mia MAMMA: LEI E’ IL TUTTO. TU PENSA AL TUTTO, ALL’ONNIPOTENZA FATTA D’AMORE, E QUESTA E’ LA MAMMA CELESTE, LA NOSTRA MAMMA (1 dicembre 2013)
*
Adelaide e il Papa, la delusione.
«Sono delusa anche da papa Francesco».
Così mi scriveva Adelaide il 24 maggio 2014, molto sofferente a causa del cancro che l’avrebbe portata via da questa terra tre mesi più tardi, il 24 agosto.
Com’é noto, Adelaide è morta alle tre di notte, nella stanza numero 7 dell’Hospice dell’Istituto di tumori di Milano, secondo la preziosissima testimonianza dell’infermiere accorso accanto al suo letto proprio in quell’ultima ora,
grazie alla quale, testimonianza, sappiamo ch’é stata l’unica persona presente, con la figlia di Adelaide, al trapasso di Adelaide, avvenuto dunque nel totale abbandono, secondo il disegno divino da lei prefigurato nella lettera dell’8 agosto, sei giorni prima di interrompere ogni comunicazione con me, scrivendomi:
«Sì il disegno è reale e io mi sto avvicinando sempre più alla Mamma. Finalmente la Madonna ha accolto le mie preghiere, non voglio più vivere in questo mondo di falsità, cattiveria, ipocrisia».
Espressione lacerante, nella quale, rileggendola, ora ritrovo: non solo il desiderio, tante volte da lei confidatomi, di separarsi da tutti coloro che l’avevano ferocemente martirizzata, ma anche il grande dolore da lei sofferto per il silenzio complice di tutti coloro che, pur conoscendo la verità del suo martirio, l’avevano ignorata lasciandola sola, nella persecuzione, nell’isolamento, e nella malattia, soprattutto per il silenzio dei sacerdoti, e, da ultimo, anche del Papa, verso il quale Adelaide nutriva molta fiducia.
Sapevo quanto dolore provasse a causa della mancanza di un cenno da parte del Papa.
L’1 maggio, infatti, mi aveva confidato la sua delusione con queste parole:
«Sì spero che con questo Papa le cose possano cambiare, ma sono un po’demoralizzata, sai speravo che si muovesse un po’ in fretta devo aver frainteso le sue parole».
Ed io, per confortarla, il 05 maggio 2014, le avevo scritto così:
«Sei un po’ delusa dalla lentezza del Papa. Lo capisco. Ma come può agire nel mondo ambiguo e infido che lo circonda? Non può fare nulla, se lo Spirito Santo non lo precede e demolisce i nemici, tanto profondo e radicato è il male nella Chiesa, che il tuo martirio rileva in modo terrificante. Credo sappia che l’umanità è in pericolo, che il Corpo di Cristo è destinato a una nuova crocifissione. Ma non comprende che l’unica via d’uscita, ANCHE PER LUI, si trova a Ghiaie, nel messaggio delle apparizioni del maggio 1944. Il Papa crede alle apparizioni di Ghiaie, ma non comprende il rapporto fra il papato e queste apparizioni. Credo le consideri una delle grandi epifanie della Madonna, e dunque anche lui le releghi in un ambito “esterno”. Non comprende il significato più profondo dell’apparizione di Pentecoste del 28 maggio 1944. Ovvero: che l’umanità è destinata al ciclo infernale “osanna e crucifigge”, di guerra e pace, finché Maria non ricomporrà nelle Sue mani il conflitto che condanna l’umanità alla guerra periodica e non godere mai di una pace duratura. Nessuno gli dice perché la piccola Adelaide Roncalli ha visto il manto verde di Maria “lungo fino a Roma”…occorre si fermi a pensare, non solo al tuo martirio in quanto tale, ma al tuo martirio come rivelazione del male terrificante che certo clero può favorire e compiere ancora se la Chiesa non si pone realmente, non a parole, nelle mani della Regina della Famiglia apparsa a Ghiaie. Ho l’impressione che agisca come un grande leader dotato di una straordinaria forza caratteriale, da uomo determinato a tutto. Ma, senza lo Spirito (che potrebbe incontrare solo a Ghiaie), non può quasi nulla. Molti prelati formano una catena demoniaca solidissima. Come può spezzarla Papa Francesco? E poi: vuole davvero spezzarla?».
Cinque giorni dopo, il 10 maggio, lei ribadiva la fiducia in Papa Francesco, e mi scriveva:
«Io credo che questo papa abbia capito molte cose, vedremo»,
confessandomi, tuttavia, la settimana successiva, il 17 maggio, il suo scoramento:
«Caro Arnaboldi, sì sono un po’ demoralizzata, ma sarà quel che Dio vorrà».
Da quel momento è stata per me una gran pena partecipare all’intensificarsi della malattia mortale, e allo stesso tempo veder crescere il lei la delusione, che si è fatta sempre più forte, e angosciosa, vista la grande fiducia riposta in Papa Francesco, da lei affermata senza alcun dubbio alla fine dell’anno precedente, il 1 dicembre 2013, scrivendomi:
«Sì Arnaboldi io credo in questo papa e credo che porterà alla luce la verità sulle apparizioni …io spero molto in questo papa perché lo sento vero…».
Erano parole colme di speranza, lo capivo, ma le avevo accolte timidamente e in modo superficiale, come un dato di fatto, senza far domande, pur cogliendo, in esse, quanto fosse importante per Adelaide la decisione del Papa nel riconoscimento delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie.
Solo ora, e dopo molti anni dalla morte di Adelaide, mi accorgo, rileggendo quella lettera, che in essa Adelaide aveva prefigurato la ragione profonda della separazione, che avrebbe vissuto, nella morte, dal Papa e dalla Chiesa istituzione, quale evidenza della tragica separazione sempre più evidente fra la santa Vergine e la Chiesa istituzione.
«Caro Arnaboldi»,
mi aveva scritto in quella stessa lettera,
«La Chiesa non conosce veramente Maria altrimenti avrebbe riconosciuto le apparizioni, e non serve molta immaginazione per scrivere della mia MAMMA: LEI E’ IL TUTTO. TU PENSA AL TUTTO, ALL’ONNIPOTENZA FATTA D’AMORE, E QUESTA E’ LA MAMMA CELESTE, LA NOSTRA MAMMA».
Rileggendo queste sublimi parole, solo ora comprendo anche perché Adelaide ha scelto, secondo il disegno divino, di morire sola, interrompendo ogni comunicazione anche con me.
- Era necessario morisse separata dalla Chiesa,
perché si scoprisse l’importanza della profezia pronunciata dalla santa Vergine, ad Adelaide, per la Chiesa, venerdì 19 maggio 1944 (settima apparizione del ciclo epifanico di Ghiaie) – «Io sarò riconosciuta dalla Chiesa» – che sarà compiuta quando la Chiesa finalmente conoscerà veramente Maria – LA NOSTRA MAMMA CELESTE – nel suo dolore di Madre del Divin Figlio Redentore, e, in Lei, anche il dolore di Adelaide.
Si consiglia di leggere:
- il capitolo “IL DISEGNO DIVINO” in: PICCOLA MARTIRE, pg. 242
- il capitolo “LA MORTE DI ADELAIDE” in: L’ORA DI MARIA L’ORA DELLA CHIESA, pg. 187.
*
Adelaide, il Papa, la Missione Eucaristica
LA SANTA VERGINE HA VOLUTO STABILIRE UN LEGAME MOLTO STRETTO FRA ADELAIDE E IL PAPA,
affinché la Chiesa potesse riconoscere, in questo legame,
la grande Missione Eucaristica che la Chiesa stessa è chiamata a condurre nel mondo – insieme alla santa Vergine, in unità col suo Divin Figlio – fin dalla sua nascita nel giorno di Pentecoste.
La santa Vergine ha voluto stabilire un legame moto stretto fra Adelaide e il Papa Vicario di Cristo,
affinchè si veda in questo legame,
l’unità della Chiesa con Cristo, e duque della santa Vergine col suo Divin Figlio,
poiché la Missione Eucaristica sorge fin dal Principio, dall’unione dei due Cuori, di Gesù e Maria.
Lo si evince facilemente rileggendo le tre esortazioni della santa Vergine ad Adelaide.
1) Iniziamo dalla quinta apparizione, del 17 maggio, Vigilia dell’Ascensione, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido. Ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide ad eseguire il compito di recarsi dal Papa, come sua messaggera, per comunicare a lui il segreto che le confida,
- e, allo stesso tempo invita il Papa ad ascoltare Adelaide, quale figura della santa Vergine, perchè incaricata di portare le sue parole; le quali provengono dal suo Cuore eternamente unito al Cuore del Divin Figlio,
- E CON ADELAIDE AFFRONTI UN TEMPO TENEBROSO, nel quale i nemici della Chiesa opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, che è l’Eucaristia, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa, con conseguenze terribili per l’umanità, non più unita in Cristo, dal suo eterno Sacrificio Eucaristico.
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2) Continuiamo con la decima apparizione, del 28 maggio, solennità di Pentecoste, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano la sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide a eseguire il compito di pregare per il Papa, sofferente perché rimanga in Vaticano,
- e, allo stesso tempo invita il Papa ad ascoltare la preghiera di Adelaide in unione con la Madre di Dio, la quale assicura che proteggerà il Papa impedendo venga rapito,
- affinchè, rimanendo in Vaticano, CONDUCA INSIEME AD ADELAIDE LA MISSIONE EUCARISTICA affidata a Pentecoste da Cristo Risorto alla Chiesa, di unire tutti gli uomini come fratelli in un’unica famiglia nella vera Pace di Cristo, e così, possa soffrire meno nel vedere l’umanità divisa e travolta da un tempo tenebroso, nel quale i nemici della Chiesa opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, che è l’Eucaristia, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa.
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3) Concludiamo con l’ultima apparizione, del 31 maggio, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide ad eseguire il compito di unire la Chiesa nella preghiera per il Papa al quale deve comunicare il desiderio della stessa santa Vergine che avvenga presto il suo trionfo,
- e allo stesso tempo invita il Papa a PREPARARE INSIEME AD ADELAIDE IL TRIONFO DELLA SANTA VERGINE
- e dunque con lei salire il Calvario, nella battaglia contro i nemici della Chiesa che opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa.
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In estrema sintesi possiamo dire che
la santa Vergine ha voluto stabilire un legame molto stretto fra Adelaide e il Papa, affinchè, insieme ad Adelaide, il Papa potesse
- AFFRONTARE UN TEMPO TENEBROSO
- CONDURRE LA MISSIONE EUCARISTICA
- PREPARARE IL TRIONFO DELLA SANTA VERGINE
Per questo, Adelaide avrebbe dovuto farsi “suora Sacramentina“, e per questo, PER SEPARARLA DAL PAPA, i nemici della Chiesa le hanno strappato l’abito di novizia Sacramentina.
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Continueremo a riflettere su questo tema, grazie al quale possiamo comprendere:
- la grande importanza della Missione Eucaristica affidata dalla santa Vergine ad Adelaide per la Chiesa Universale, che permane dopo la sua morte, perchè sia ripresa dalla vera Chiesa in unità con il vero Papa;
- il gravissimo danno per la Chiesa compiuto da coloro che hanno cercato di distruggere le apparizioni di Ghiaie per poi confinarle in una generica devozione opponendosi al disegno di Dio su Adelaide.
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E’ importante perciò ricordare che il martirio sofferto da Adelaide è strettamente legato alla vocazione religiosa, e dunque alla MISSIONE, che la Madonna le ha indicato il 14 maggio 1944, secondo giorno delle apparizioni,
con le parole ormai tanto note, ma ancora incomprese, nelle quali, dopo averla esortata a farsi suora Sacramentina,
le preannuncia una sofferenza terribile e continua:
“fra tra il 14° e il 15° anno ti farai suora Sacramentina. Soffrirai tanto e poi tanto”.
Come si vede, la Madonna, dapprima indica ad Adelaide un periodo preciso nel quale diventare suora, poi le profetizza che soffrirà tanto.
Perché quel periodo? E perché le preannuncia una vita di sofferenza?
In quel periodo – fra tra il 14° e il 15° anno – le donne ebree si sposano, e in quello stesso periodo Maria, la Vergine Immacolata, diviene Sposa dello Spirito Santo ricevendo nel suo seno il Verbo di Dio, Che scende dal Cielo per farsi EUCARESTIA mediante il santo Sacrificio della Croce.
Si comprende così che, indicando ad Adelaide quel periodo di tempo per farsi suora Sacramentina, la Madonna ha voluto investirla della Sacra Missione di diventare immagine fedele di Lei, in quanto Madre del Verbo di Dio, e portare l’EUCARESTIA nel mondo, mediante il Martirio.
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Il Papa, Fatima e Ghiaie
Iniziamo confrontando due frasi similari dei due messaggi di Fatima e di Ghiaie che riguardano il Papa.
A Fatima, il 13 luglio 1917 (redazione del 31 AGOSTO 1941)
la santa Vergine ha detto
Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire,
A Ghiaie, nell’apparizione del 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste, la santa Vergine ha detto
La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire
Confrontiamo dunque le due frasi.
il Santo Padre avrà molto da soffrire (Fatima) /il Papa avrà meno da soffrire (Ghiaie).
La prima frase comporta un periodo causale, la seconda invece un periodo ipotetico. Entrambe possono perciò formare una sola frase:
- il Santo Padre avrà molto da soffrire A CAUSA di guerre e persecuzioni nel mondo (ma) avrà meno da soffrire SE tutti si ameranno come fratelli
Questo semplice nesso fra le due frasi permette di percepire il legame provvidenziale fra le apparizioni di Fatima e le apparizioni di Ghiaie.
E’ come se la santa Vergine avesse detto all’umanità (attraverso Lucia di Fatima e Adelaide di Ghiaie):
- A Fatima vi ho avvertiti che il Papa avrebbe molto sofferto a causa di persecuzioni e castighi,
- ma non sono stata ascoltata; per questo a Ghiaie vi ho detto cosa dovete fare perché il Papa abbia meno da soffrire.
Il messaggio di Ghiaie si rivela, in tale semplice raffronto, come un Ammaestramento Sapienziale donato al mondo e alla Chiesa, dalla Santa Vergine, come Madre della famiglia umana e della Chiesa, perché siano limitate le persecuzioni e attenuati i castighi annunciati a Fatima.
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