Ghiaie, la Chiesa, la Pentecoste
Don Divo Barsotti affernava che Fatima è il più grande evento soprannaturale dopo l’Ascensione, allo stesso modo si può affernare che Ghiaie è il più grande evento soprannaturale dopo la Pentecoste.
Per comprenderlo è sufficiente ricordare che:
l’apparizione centrale del ciclo epifanico di GHIAIE è proprio quella del 28 maggio, solennità di PENTECOSTE, giorno in cui, è bene sottolinearlo, nasce la CHIESA.
GHIAIE, LA CHIESA, LA PENTECOSTE formano infatti, un’unità sapienziale, disegnata fin dal Principio per il nostro tempo – grazie alle apparizioni del maggio 1944 – dalla Santissima Trinità, che ha voluto lasciare ripetutamente il segno della propria Presenza, unendo tempo finito e tempo eterno, persino nel numero stesso delle apparizioni, 13, che iniziano il 13 e terminano il 31 maggio.
Per comprendere ancor meglio questa unità sapienziale disegnata dalla Santissima Trinità occorre, altresì, soffermare attentamente il pensiero sulla frase che la santa Vergine ha pronunciato quel giorno solenne in merito alla pace nel mondo:
Al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli.
Leggendo queste parole, è necessario, innanzitutto,
- cogliere la sorgente da cui sgorgano, ovvero il Cuore della santa Vergine, che lei stessa indica, dicendo: “al mio cuore”.
E poi, ricordando che il Cuore della santa Vergine è unito al Cuore del Divin Figlio, come una cosa sola, poiché i due Cuori, di Maria e di Gesù, formano un solo Cuore,
- dobbiamo portarci al Calvario, dove, contemplando i due Cuori uniti nel dolore, vediamo il Cuore aperto di Gesù, dal quale è partorita la Chiesa in unità col Cuore della Madre spezzato dallo stesso atroce dolore del Figlio.
Condizione, questa, assolutamente prioritaria, per comprendere le parole pronunciate dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, alla piccola Adelaide, e dal lei riferite, per conto della santa Vergine, alla Chiesa Universale,
chiamata a ricordare che:
- la pace del mondo nasce lì, al Calvario, dal Cuore aperto di Cristo in unità col Cuore spezzato della sua santa Madre.
Per questo la santa Vergine inizia la frase, che riguarda la pace mondiale, indicando il suo Cuore, che è il Cuore stesso della Chiesa, partorita dal Cuore di Cristo.
Con quella frase, pronunciata nell’apparizione di Pentecoste, la santa Vergine vuole perciò ricordare:
- che la pace scaturisce, con la Chiesa, dal Cuore di Cristo, Unico Salvatore dell’umanità, che ha attuato la Redenzione del mondo dal peccato e dalla morte, mediante il suo santo Sacrificio, compiuto con la Morte in Croce.
*
Ma, ovviamente, questa verità ancora non basta.
E’ la condizione prima e preliminare per comprendere le parole della santa Vergine.
Dal Calvario (dove torneremo per comprendere il complesso figurativo della stessa apparizione) occorre portarci, col pensiero, al Cenacolo,
dove il Signore Gesù, preparandosi a salire il Calvario e morire in Croce, ha istituito l’Eucarestia e dove, dopo l‘Ascensione, scenderà, a Pentecoste, con lo Spirito Santo, su Maria e gli apostoli, chiamati a unire il mondo nella vera Pace di Cristo Crocifisso e Risorto, mediante l’Amore Eucaristico.
E’ proprio al Cenacolo infatti, che, nelle parole della santa Vergine relative alla pace nel mondo, possiamo chiaramene risentire le Parole pronunciate da Gesù nella preghiera al Padre (la qual cosa permette di capire che la santa Vergine, sia pur appartata, ha udito e conservato nel cuore le parole del Divin Figlio).
Ricordiamo allora, due brani della preghiera di Gesù al Padre, che riportano alle parole pronunciate dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste a Ghiaie, e le chiariscono.
Vi lascio la Pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me. Ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe del mondo. Egli non può nulla contro di me; ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. (Gv. 27,30)
Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. (Gv. 18,26)
*
Maria e la Chiesa, un’identità da svelare per preparare il Trionfo di Maria e della Chiesa.
La santa Vergine si rivolge esplicitamente alla Chiesa in quattro momenti diversi strettamente correlati fra loro:
- Nella quinta apparizione la santa Vergine confida ad Adelaide un segreto da rivelare esclusivamente al Papa e al Vescovo.
- Nella settima apparizione la santa Vergine dichiara ad Adelaide che sarà riconosciuta dalla Chiesa mettendo in relazione il suo riconoscimento con la conversione di molti.
- Nella decima apparizione la santa Vergine dichiara che proteggerà il Papa impedendo venga rapito e che desidera unire la famiglia umana nella vera Pace affinché il Papa sia alleviato nelle sue sofferenze.
- Nell’ultima apparizione del 31 maggio, la santa Vergine dice ad Adelaide che desidera si compia presto il suo Trionfo, subordinando il proprio Trionfo alla decisione del Papa.
I brani del diario di Adelaide relativi a questi quattro momenti sono, rispettivamente, i seguenti:
- «Appena vidi la Madonna subito mi parlò e mi confidò un segreto da rivelare al Vescovo e al Papa, con queste parole: – Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido… ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro»;
- «…molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa»;
- «Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano la sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire:
- «…desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio».
Questi quattro momenti sono evidentemente correlati da quattro eventi:
- un tempo tenebroso adombrato dal segreto;
- il riconoscimento della santa Vergine da parte della Chiesa grazie alla conversione di molti;
- il compimento della Pace mondiale nella quale la famiglia umana sia unita fraternamente in Cristo;
- il Trionfo desiderato dalla santa Vergine.
Possiamo così comprendere che a Ghiaie, la santa Vergine, quale Madre e Regina della Chiesa,
- avverte l’arrivo di un tempo tenebroso;
- invita la Chiesa a riconoscersi in lei, nella sua Missione, e chiamare alla conversione l’umanità;
- per unirla nella Pace, come una sola famiglia di fratelli in Cristo;
- e preparare così il suo Trionfo, che segnerà il Trionfo della Chiesa.
*
La santa vergine si offre dunque, a Ghiaie come modello originale della Chiesa e paradigma per la Chiesa, perché la Chiesa possa, nel tempo oscuro dominato dal peccato, avanzare lungo l’itinerario percorso dalla santa Vergine con il Divin Figlio fino al compimento della Redenzione, e sia realizzato in pienezza il Disegno di Dio Santa Trinità.
*
Il riconoscimento e la conversione
la chiesa parrocchiale Ghiaie di Bonate nel 1944 anno delle apparizioni.
Al termine della settima apparizione la santa Vergine dichiara ad Adelaide che sarà riconosciuta dalla Chiesa mettendo in relazione il suo riconoscimento con la conversione di molti.
Questo il brano del diario di Adelaide
La Madonna mi guardò sorridendo ma io presi per prima la parola e le manifestai il desiderio di molti con queste parole: «Madonna, la gente mi ha detto di chiederti se i figli ammalati devono essere proprio portati qui per essere guariti». Con voce paradisiaca Ella mi rispose: «No, non è necessario che proprio tutti vengano qui, quelli che possono vengano che secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati però non si facciano più gravi peccati». La pregai di fare qualche miracolo affinché la gente potesse credere alle sue parole. Mi rispose: «Verranno anche quelli, molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa». Poi seria aggiunse: «Medita queste parole ogni giorno della tua vita: fatti coraggio in tutte le pene. Mi rivedrai nell’ora della tua morte ti terrò sotto il mio manto e ti porterò in cielo».
Cos’ha voluto dire la Madonna affermando:
io sarò riconosciuta dalla Chiesa
ponendo se stessa in stretto rapporto con la Chiesa?
Per capirlo occorre:
- riandare col pensiero alla prima apparizione, allorquando il punto luminoso sceso da oriente si apre, dinnanzi agli occhi di Adelaide, in tre cerchi di luce sfavillante nei quali si manifestano le tre persone della Sacra Famiglia;
- e concentrare l’attenzione sulla Persona principale della Sacra Famiglia: il Bambino Gesù Ch’è il Verbo di Dio, Seconda Persona della Santa Trinità, riconoscendo in Lui l’autore del dono delle apparizioni offerte, attraverso sua Madre, all’umanità e alla Chiesa.
Le 13 apparizioni del ciclo epifanico di Ghiaie devono infatti, essere intese come:
- un preziosissimo dono di Grazia della Santa Trinità (evidente nel simbolismo: sono 13, iniziano il 13, terminano il 31);
- e dunque un preziosissimo dono del del Figlio – per volontà del Padre in unità con lo Spirito Santo – all’umanità e alla Chiesa, sua Sposa,
- attraverso sua Madre, ch’è sua Sposa come la Chiesa, in virtù del santo Sacrificio del Calvario, compiuto con lei, a compimento della Redenzione, principiata con l’Incarnazione del Verbo di Dio nel suo seno verginale, con la discesa dello Spirito Santo su di lei, per volontà del Padre.
Il tema del riconoscimento della santa Vergine Maria apparsa a Ghiaie da parte della Chiesa si comprende dunque, soltanto, a partire da questa relazione;
ovvero, contemplando:
l’identità di Maria e della Chiesa, nel connubio sponsale di Maria e della Chiesa con Cristo.
grazie al quale
in Maria si può riconoscere la Chiesa,
- scaturita dal Sacro Costato di Cristo Crocifisso trafitto dalla lancia di Longino,
- e nata a Pentecoste, dopo l’Ascensione di Cristo al Padre, dalla nuova discesa dello Spirito Santo, con Cristo, su Maria e gli apostoli riuniti al Cenacolo,
- per condurre l’umanità peccatrice alla salvezza, lungo la Via del Calvario percorsa da Maria alla sequela del Figlio Sposo.
Missione di salvezza grazie alla quale il rapporto fra Maria e la Chiesa assume una grande importanza;
perché
nel volto della Chiesa adombrato dal peccato dell’umanità che ella accoglie, si sarebbe sempre potuto vedere anche il volto della santa Vergine Maria, tutta pura e Immacolata.
Per questo la santa Vergine è apparsa vestita tutta di celeste il giorno in cui ha dichiarato che sarebbe stata riconosciuta dalla Chiesa.
Mostrandosi tutta celeste, la santa Vergine ha voluto
- si riconoscesse in lei la creatura che il Divin Figlio Sposo ha assunto in Cielo,
- e si comprendesse che la Chiesa di Cristo, grazie a lei, è allo stesso tempo celeste e terrestre.
Ovvero che,
anche se il volto della Chiesa è adombrato dal peccato, la Chiesa stessa rimane sempre la Madre Celeste, perché la Chiesa è anche Maria.
Identità grazie alla quale il significato della dichiarazione della santa Vergine nella settimana apparizione – «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa» – emerge in tutta chiarezza, soprattutto nel fine sapienziale che rivelano.
Le apparizioni di Ghiaie sono infatti, come detto, un dono della Divina Sapienza,
Che ha permesso fosse rivelato il volto della santa Vergine, affinché i peccatori, contemplando la purezza del suo volto, fossero sospinti a convertirsi e liberarsi dal peccato consegnandolo alla Chiesa.
*
E questo è realmente avvenuto nei giorni gloriosi delle apparizioni.
Il popolo di Dio infatti, ha risposto pienamente all’invito della Divina Sapienza.
Innumerevoli, le testimonianze, riportate nei testi dei primi autori, fra tutti ricordiamo “La fede della gente a Bonate”, di Ermenegilda Poli, nel quale, al cap. 39, è riportata la testimonianza del parroco don Vitali, che diceva:
«Bisognava essere nei confessionali per capire se in tutto quel movimento c’era o non c’era il dito di Dio. Chi vi attirava i grandi peccatori a vuotare il sacco delle loro miserie? Lo spirito di preghiera e penitenza resterà incancellabile nella storia delle Ghiaie»;
e quella di Padre Felice Murachelli, rimasto nel confessionale di Ghiaie per un mese”, che diceva:
«Ho notato nelle anime buone un bisogno di maggiore purificazione, perciò l’accurata ricerca anche dopo le più piccole colpe, il bisogno di confessioni che fossero davvero straordinarie nell’accusa e nel dolore; nelle anime traviate ho notato una speciale contrizione, fino al pianto, con la volontà decisa di mutare vita ad ogni costo…quante volte mi son sentito dire: vengo da lontano unicamente per chiedere alla Madonna la salvezza dell’anima mia ».
Tutto questo, purtroppo, è stato distrutto perché le apparizioni fossero dimenticate, e la Chiesa allontanata da Maria, lasciando l’umanità perduta nel mondo di peccato senza più poter ritrovare, nella Madre, la via della conversione.
Ma ora, alla Luce della Divina Provvidenza, ci è permesso di capire che tutto questo è stato permesso perché potessimo contemplare, con una Luce più viva, il volto disvelato a Ghiaie dalla santa Vergine, e approdare, grazie a lei, nelle mani della vera Chiesa Sposa di Cristo, per impetrare, come il popolo di Dio di quei giorni gloriosi, la salvezza dell’anima, nel cammino verso il suo Trionfo.
*
Per questo continueremo a riflettere sul rapporto fra Maria e la Chiesa, in particolare sulla presenza di Maria, non solo in Cielo, ma anche nella Chiesa.
*
Il richiamo della Madre, alla Chiesa
Secondo i disegni della Santissima Trinità, il ciclo epifanico di Ghiaie si svolge a Pasqua,
che è il punto terminale dell’Incarnazione e inizio della Chiesa –
affinché sia compreso proprio nel passaggio fra questi due momenti, riconoscibili nei due giorni nei quali si aprono le due fasi in cui si compone il ciclo epifanico.
Ovvero:
- il 13 maggio, primo giorno della prima fase (13 – 21 maggio)
- il 28 maggio, primo giorno della seconda fase (28 – 31 maggio)
*
Il primo momento – l’Incarnazione – lo si riconosce infatti, chiaramente nella prima apparizione del 13 maggio, in cui
- la santa Vergine si mostra vestita di bianco e velata azzurro,
- col Divin Figlio Redentore vestito di rosa fra le braccia,
- accompagnata da san Giuseppe, vestito di marrone col bastone fiorito nelle mani, leggermente discosto da lei.
Complesso figurativo nel quale abbiamo individuato:
- nella santa Vergine vestita di bianco, l’Immacolata Sempre Vergine Maria, che in obbedienza alla volontà del Padre, per mezzo dello Spirito Santo, ha ricevuto nel suo Seno, il Verbo di Dio, raffigurato dal Bambino nelle sue braccia;
- nel Bambino in braccio a Lei, Gesù, il Verbo di Dio, riconoscibile: sia dagli occhi azzurri come il Cielo da Cui è sceso, che dal suo vestito rosa, colore della carne assunta dall’Immacolata Sempre Vergine Maria, per divenire uomo, e salvare l’umanità dal peccato e dalla morte, col Santo Sacrificio della Croce;
- nel giovane, accanto a loro, vestito di marrone col bastone fiorito nelle mani, san Giuseppe, lo sposo casto dell’Immacolata Sempre Vergine Maria e padre putativo di Gesù, custode, senza condizioni e solo per amore puro, della coppia dell’Incarnazione Gesù Maria.
*
L’altro momento – l’inizio della Chiesa – lo si ritrova, invece, come detto, nella decima apparizione del 28 maggio, solennità di Pentecoste in cui la santa Vergine si mostra :
- con un diadema sul capo a forma di corona,
- con l’abito rosso, il manto verde, le rose bianche ai piedi,
- circondata da un coro di angeli azzurri e rosa,
- affiancata da due santi apostoli,
- tenendo nelle mani, non più il Divin Bambino, ma una coppia di colombi neri e divaricati nello sguardo – figura inquietante, nella quale il vero fedele può riconoscere la tremenda divaricazione dell’umanità da Dio provocata dal peccato, e sofferta sulla Croce da Cristo Redentore, Agnello Pasquale, sorgente della Chiesa.
Per capire questa figura, occorre
- portarci al Calvario e accostarci a Maria immersa nel fuoco tremendo della sofferenza del Divin Figlio che brucia ed estingue tutti i peccati del mondo,
- assistere con lei alla preghiera del Divin Figlio che, nel dolore più atroce, perdona tutti i peccatori e riconsegna al Padre, con il Suo Spirito, lo Spirito della Madre (lo stesso per opera del quale si è incarnato in Lei e che L’ha unito a Lei per tutto il tempo passato sulla terra) affinché anche la Madre possa soffrire nello stesso modo, senza il minimo sollievo, per dimostrare, in unità col Divin Figlio, contrariamente ai progenitori, l’amore incondizionato e la totale obbedienza al Padre,
- così vedere che, deprivata dal Figlio di ogni prerogativa, Maria muore della morte del Divin Figlio, separata da Lui, nella più totale oscurità e umiliazione, povera oltre ogni limite, sfigurata dal dolore,
e in questa tremenda separazione contemplare, il costato aperto del Divin Figlio, dal quale nasce la Chiesa, che inizierà la sua Missione nel mondo con la seconda discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli al Cenacolo nel giorno di Pentecoste.
*
In continuità di senso con l’apparizione del 13 maggio,
l’apparizione del 28 maggio riassume dunque, in una sola figura l’itinerario di salvezza percorso da Cristo, secondo il disegno eternamente pensato dalla Santa Trinità:
- dall’Incarnazione,
- attraverso la Croce,
- alla nascita della Chiesa
E per questo motivo assurge a sintesi del ciclo epifanico di Ghiaie.
In essa infatti si ravvisa chiaramente la Missione affidata da Cristo alla Chiesa che la santa Vergine è venuta a richiamare mediante i moniti reiterati riguardo al peccato e alla salvezza delle anime.
Si ricordi ad esempio l’esortazione angosciosa della santa Vergine ad Adelaide nel giorno successivo a Pentecoste:
- «Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla Croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro» (29 maggio).
E poi si rammentino le altre esortazioni sofferte e accorate a pregare per i peccatori:
- «Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte» (28 maggio)
- «Prega per i peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore» (18 maggio)
- «Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini» (16 maggio).
E poi ancora
le dolorose esortazioni a evitare certi peccati, causa di malattie e della guerra, che i piccoli innocenti pagano, come martiri, con Cristo Crocifisso.
*
Le apparizioni di Ghiaie, disegnate dalla Santa Trinità per il Tempo di Pasqua, sono dunque un richiamo di Dio Santa Trinità, attraverso la Madre, alla Chiesa, ad operare per
SALVARE LE ANIME DALLA PERDIZIONE ETERNA E RICONDURLE A CRISTO LUNGO LA VIA DELLA CROCE PERCHÉ FORMINO LA SUA FAMIGLIA: “COME UNA COSA SOLA” CON LUI.
*
In tale contesto di senso, occorre altresì evidenziare con forza
che la Missione affidata ad Adelaide dalla santa Vergine si comprende solo collocandola nello stesso luminosissimo passaggio pasquale – dall’Incarnazione alla nascita della Chiesa – nel quale, come detto, si rischiara il significato delle apparizioni di Ghiaie.
E’ di primaria importanza pertanto, non separare mai Adelaide dalle apparizioni, ma riconoscere l’eccelso Disegno della Divina Sapienza,
che ha scelto:
- il piccolo villaggio di Ghiaie per richiamare l’umanità a convertirsi e tornare al Padre,
- e la piccola, povera, bimba di questo villaggio, Adelaide, quale immagine della stessa santa Vergine, Madre di Dio e della Chiesa, per lasciarsi condurre da Maria e dalla Chiesa all’Amore del suo Divin Figlio.
Con l’esortazione della santa Vergine, nella seconda apparizione del 14 maggio, a farsi suora Sacramentina, Adelaide è stata chiamata, infatti:
- a concepire misticamente il Verbo di Dio, divenendone mistica Madre,
- per salire, accompagnata da Maria, con Lui, la Via della Croce, nella diuturna partecipazione al sacrificio Eucaristico,
- e far nascere la Chiesa, alla quale ricondurre le anime pentite, grazie all’offerta della vita, a formare una sola Famglia, come una sola cosa con il Divin Figlio.
*
PS: ricordando che a Lucia, interessata a sapere cosa pensasse, la piccola Giacinta Marto, aveva detto: «Penso alla guerra che deve venire» e poi, con grande pena, aveva aggiunto: «Dovrà morire tanta gente! E quasi tutta andrà all’Inferno…Che tristezza! Se smettessero di offendere Dio, non verrebbe la guerra, né andrebbero all’Inferno»,
più che mai urgente si rivela il richiamo della Madre di Dio e della Chiesa apparsa a Ghiaie
perché la Chiesa non opponga più alcun impedimento, alterazione e dilazione, al riconoscimento delle apparizioni e alla santità di Adelaide.
*
IL TRIONFO DI MARIA a Ghiaie, Luogo Sacro della Chiesa.
La santa Vergine rivolge la propria attenzione al Papa in tre apparizioni legando chiaramente l’autorità suprema della Chiesa al ciclo epifanico di Ghiaie.
*
1.Nella quinta apparizione, del 17 maggio, Vigilia dell’Ascensione, la santa Vergine confida ad Adelaide un segreto da rivelare esclusivamente al Papa e al Vescovo.
«Appena vidi la Madonna subito mi parlò e mi confidò un segreto da rivelare al Vescovo e al Papa, con queste parole: – Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido… ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro»;
2.Nella decima apparizione del 28 maggio, solennità di Pentecoste, la santa Vergine assicura che proteggerà il Papa impedendo venga rapito e afferma che desidera unire la famiglia umana nella vera Pace affinché il Papa sia alleviato nelle sue sofferenze.
«Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano la sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire:
3. Nell’ultima apparizione del 31 maggio, la santa Vergine dice ad Adelaide che desidera colmare di Grazie il luogo delle apparizioni, subordinando il proprio Trionfo alla decisione del Papa.
«…desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio».
*
Queste tre comunicazioni, come detto, evidenziano chiaramente l’importanza del rapporto fra la santa Vergine e il Papa, in merito al riconoscimento ed anche alla Missione delle stesse apparizioni di Ghiaie.
PRIMA PARTE
Iniziamo allora a comprendere più in profondità queste tre comunicazioni,
e a tal fine iniziamo dall’ultima, quella espressa nell’ultima apparizione del 31 maggio,
nella quale la santa Vergine:
- da un lato, si colloca in una posizione subalterna rispetto al Papa, cui sottomette la propria azione di Grazia, e il suo stesso “desiderio“, dicendo:
…desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo
- ma dall’altro lato, evidenzia la propria posizione eccelsa nella Chiesa come onnipotenza supplice e mediatrice di Grazia, dicendo:
Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio.
Queste due posizioni sono apparentemente antinomiche, ma si compongono facilmente ricordando che, a Pentecoste, con la nascita della Chiesa,
la santa Vergine
- pur essendo il grembo della Chiesa e dunque dello stesso Pietro, non rimane in questa posizione di superiorità, ma si sottomette a Pietro, capo supremo della Chiesa,
- chiamato, da parte sua, a sottomettersi, a sua volta, alla santa Vergine quale Madre e Sposa dello stesso Divin Figlio.
Verità grazie alla quale, riconsiderando la comunicazione della santa Vergine nell’ultima apparizione del 31 maggio
possiamo capire che:
- da un lato la santa Vergine si sottomette al Papa domandando d’essere riconosciuta come Mediatrice di tutte le Grazie fra il Divin Figlio e gli uomini,
- ma dall’altro fa capire al Papa che parla in nome del Divin Figlio, come sua Madre e Sposa, e che, con questo eccelso privilegio deve essere riconosciuta dalla Chiesa, quale manifestazione del suo Trionfo, da lei “desiderato”, in unità con il Divin Figlio.
SECONDA PARTE
A questo punto,
dopo aver evidenziato che la santa Vergine chiede al Papa di essere riconosciuta dalla Chiesa come Mediatrice di tutte le Grazie, esprimendo la volontà del Divin Figlio alla quale il Papa deve obbedire,
ci domandiamo:
- perché la santa Vergine, apparendo a Ghiaie, vuole essere riconosciuta dalla Chiesa proprio come Mediatrice di tutte le Grazie?
Quesito assai importante – per la piena comprensione del significato e della Missione delle stesse apparizioni di Ghiaie – che non può essere affrontato in modo riduttivo e immediato, poiché richiede la conoscenza delle grandi verità di Fede in merito al Titolo stesso – Mediatrice di tutte le Grazie – con cui la santa Vergine desidera essere riconosciuta dalla Chiesa.
E dunque,
tenendo sempre ben presente nel pensiero, come una stella polare, che
tutto quel che il Signore ha fatto per Maria lo ha fatto per la Chiesa e che tutto ciò che si dice di Maria lo si ritrova nella Chiesa,
componiamo la risposta al quesito in due passaggi.
- Innanzitutto
- occorre ricordare che questo Titolo – Mediatrice di tutte le Grazie – segna il termine ultimo di un Tempo di Grazia – iniziato con L’Incarnazione del Verbo di Dio nel seno della santa Vergine Maria, formata da Lui fin nel grembo Verginale come sua Madre, e preparata poi a partecipare con Lui al santo Sacrificio Redentore come sua Sposa Corredentrice, grazie alla quale partecipazione, la santa Vergine Maria è divenuta: Mediatrice di tutte Grazie.
2. E poi
- occorre ricordare che la Chiesa è chiamata a ripercorrere, nel tempo ultimo, la Via della Redenzione tracciata dal Signore con la santa Vergine, sua Madre e Sposa, e che a tal fine deve rivestirsi di questo privilegio – Mediatrice di tutte Grazie – operando, come Corredentrice, con la santa Vergine Corredentrice, nella Missione di salvezza delle anime per il compimento della Redenzione di tutta l’umanità, con la definitiva Vittoria di Cristo sul peccato, che segnerà il Trionfo di Maria e della Chiesa stessa mediante le nozze eterne con Cristo, nostro Signore.
Di conseguenza,
ricordando altresì, che le apparizioni di Ghiaie sono donate – da Dio Santa Trinità – alla Chiesa chiamata, nel tempo ultimo, a seguire la Via tracciata dal Signore,
possiamo finalmente comprendere che,
domandando di essere riconosciuta come Mediatrice di tutte le Grazie,
la santa Vergine chiede al Papa:
- di ricondurre la Chiesa con lei al Calvario, onde partecipare con lei al santo Sacrificio Redentore del Figlio, lasciandosi spogliare di tutto, come ha fatto lei, obbedendo al Figlio spogliato di tutto per la salvezza delle anime,
- e divenire in tal modo, come lei, Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie per tutta l’umanità, segnando così il suo Trionfo, ch’è il Trionfo della Chiesa stessa.
*
L’importantissima affermazione della santa Vergine:
voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio
deve perciò essere correttamente intesa,
riconoscendo nell’espressione questo luogo (che è il luogo delle apparizioni) IL LUOGO SACRO DELLA CHIESA, chiamata:
- a rinnovare la Missione Eucaristica che il Signore Redentore le ha affidato – mediante il suo santo Sacrificio del Calvario con la partecipazione della santa Vergine, sua Madre e Sposa –
- ed essere, con la santa Vergine, Corredentrice e Mediatrice di Grazie per tutta l’umanità.
TERZA PARTE
A conclusione della presente riflessione, per meglio capire quanto è importante, anzi vitale, per la Chiesa del nostro tempo, la richiesta della santa Vergine, apparsa a Ghiaie, al Papa,
è necessario riprendere il tema del rapporto fra Maria e il Papa, sopra accennato,
e comprendere:
- che LA SANTA VERGINE PARLA AL PAPA DAL CUORE DELLA CHIESA, e dunque dall’interno della Chiesa stessa, essendo Madre e Sposa del Verbo di Dio,
- e che, IL PAPA DEVE ASCOLTARLA poiché ella rappresenta l’integrità della Chiesa verso l’interno,
sapendo che,
- solo in lei, la Chiesa trova il baluardo indefettibile contro il vero pericolo sorgente sempre dall’interno della Chiesa,
- poiché solo lei, Maria, Immacolata Concezione, possiede da sempre la Verità del Signore.
*
Come afferma un noto, illustre, grande teologo:
In Maria la Chiesa, che scaturisce da Cristo, trova il suo centro personale e la piena realizzazione della sua idea ecclesiale.
*
Nonostante gl’incessanti tentativi reiterati di alterare, ridurre, svilire, distruggere le apparizioni di Ghiaie, e opporsi così allo Spirito Santo,
ancor più forte risuona, da Ghiaie – LUOGO SACRO DELLA CHIESA – la preghiera di Maria al Papa di fare presto,
affinché la Chiesa, sempre più minacciata dall’interno,
- la riconosca nel Titolo di Corredentrice e Mediatrice, spartiacque di Verità,
- e prepari il suo Trionfo, ch’è il Trionfo della Chiesa stessa.
*
A Ghiaie, il Signore parla al Papa e alla Chiesa.
In questa riflessione cercheremo di unire le comunicazioni rivolte dalla santa Vergine alla Chiesa e al Papa in un unico discorso,
assai importante da comprendere,
perché rischiara il discorso sapienziale su cui si fonda l’intero ciclo epifanico di Ghiaie, che è rivolto alla Chiesa, come più volte abbiamo affermato.
E a tal fine, lasciando a margine, per ora, la comunicazione che riguarda il segreto rivelato ad Adelaide (nella quinta apparizione),
prendiamo in esame
le altre tre comunicazioni rivolte dalla santa Vergine – al Papa e alla Chiesa – in tre diverse apparizioni (settima, decima, tredicesima),
ricordate nella riflessione “Maria e la Chiesa, un’identità da svelare per preparare il Trionfo di Maria e della Chiesa“, pubblicata nella pagina “Il Trionfo”.
Come abbiamo riportato in questa riflessione:
- nella settima apparizione la santa Vergine dichiara ad Adelaide che sarà riconosciuta dalla Chiesa mettendo in relazione il suo riconoscimento con la conversione di molti;
- nella decima apparizione la santa Vergine dichiara che desidera unire la famiglia umana nella vera Pace affinché il Papa sia alleviato nelle sue sofferenze;
- nell’ultima apparizione del 31 maggio, la santa Vergine dice ad Adelaide che desidera riempire di Grazie il luogo delle apparizioni e si compia presto il suo Trionfo, subordinando il proprio Trionfo alla decisione del Papa.
*
PRIMO PASSAGGIO DEL DISCORSO
Cominciamo dunque il nostro esame prendendo in considerazione le parole pronunciate dalla santa Vergine nella settimana apparizione,
nella quale la santa Vergine pone chiaramente il suo riconoscimento da parte della Chiesa in relazione alla conversione di molti,
dicendo:
«molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa» .
Chiara predizione espressa con il tempo verbale futuro, come una certezza assoluta,
affinché la Chiesa creda che avverrà certamente così.
Ovvero che:
nel tempo in cui molti si convertiranno, la santa Vergine sarà riconosciuta dalla Chiesa, la quale sarà riconosciuta, a sua volta, come VERA CHIESA, grazie proprio alla conversione di molti e all’identità con la santa Vergine.
E questo non stupisce,
se consideriamo com’è apparsa la santa Vergine nella quinta apparizione pronunciando le parole profetiche rivolte alla Chiesa.
Quel giorno infatti, ella si è mostrata vestita tutta di celeste, con il Divin Figlio in braccio a lei, vestito di rosa (colore della carne umana),
affinché la Chiesa:
- riconoscesse in lei la creatura che il Divin Figlio – concepito nel suo Seno per opera dello Spirito Santo – ha assunto in Cielo, dove vive eternamente unita Lui,
- e così potesse comprendere: che la predizione, espressa dalla santa Vergine ha un valore eterno, poiché proviene dal suo Divin Figlio, apparso in braccio a lei.
Ma non basta.
Invitata a credere che a parlar attraverso la sua santa Madre, è il Signore, la Chiesa deve riconoscere, nella predizione espressa dalla santa Vergine, anche un compito affidato da Lui alla Chiesa stessa,
chiamata,
- a operare nel tempo presente per la conversione delle anime,
- completando così, nel tempo presente – con la sua santa Madre, unita alla Chiesa Celeste – la Missione Eterna decisa dal Verbo di Dio in unità col Padre e lo Spirito Santo, e principiata con l’Incarnazione:
offrirsi in Sacrificio per redimere l’umanità e far nascere la Chiesa, perché riconduca tutta l’umanità al suo Amore Eucaristico, unita, in un solo Spirito, nelle braccia del Padre.
*
SECONDO PASSAGGIO DEL DISCORSO
La Missione che il Signore ricorda alla Chiesa, attraverso la sua santa Madre, si chiarisce ancor più, prendendo in esame le parole pronunciate dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste del 28 maggio:
«al mio cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire»
In queste parole infatti, non possiamo non riconoscere la preghiera del Signore all’Ultima Cena con l’istituzione dell’Eucarestia, e dunque il suo ardente desiderio di unità, chiaramente espresso
dicendo:
«Vi lascio la Pace, vi do la mia Pace. Non come la dà il mondo io la do a voi…perché tutti siano una sola cosa. Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una sola cosa, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv.14, 27, e Gv. 17,21).
Per questo,
- riconoscendo nelle parole della santa Vergine, il desiderio del Signore che l’umanità formi una sola famiglia di fratelli uniti con Lui, Verbo di Dio, nell’Amore del Padre, Ch’è il suo stesso Amore,
- e sapendo che l’unità nell’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo si compie solo con la rinuncia al peccato e la conversione,
la Chiesa deve
completare la Missione di Unità nell’Amore attuata dal Signore con il santo Sacrificio della Croce,
conducendo l’umanità, con la sua santa Madre, lungo la Via della Croce, che si concluderà con il Trionfo della santa Vergine, e le nozze della Chiesa stessa con il Signore.
TERZO PASSAGGIO
dopo aver compreso i due precedenti passaggi, ancor più chiare risuonano le parole rivolte dalla santa Vergine al Papa, nell’ultima apparizione del 31 maggio.
Dice quel giorno, la santa Vergine, ad Adelaide:
«…desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio».
Come ben si nota fin dalla prima lettura, queste parole sono davvero molto importanti per comprendere l’opera di conversione delle anime richiamata dal Signore alla Chiesa,
In queste parole infatti, i Papi avrebbero potuto capire:
- che il Signore intende donare una pioggia di Grazie, affinché la Chiesa conduca l’umanità alla conversione, concedendole per l’intercessione della sua santa Madre, e si giunga così al suo Trionfo.
*
CONCLUSIONE
La predizione pronunciata dalla santa Vergine, a Ghiaie, nella settima apparizione è dunque un evento che certamente avverrà per divino volere del Signore,
ma, allo stesso tempo, è anche un compito affidato dal Signore alla Chiesa, attraverso la sua santa Madre,
perché la Chiesa riconosca la Missione della sua santa Madre e operi con lei per il suo Trionfo,
che sarà a tutti visibile allorché molti si convertiranno all’Amore del Signore, Agnello Eucaristico immolato sulla Croce per la nostra salvezza.
*
Il riconoscimento e il trionfo di Maria, a Ghiaie.
Dopo le riflessioni pubblicate, in questa pagina, su quattro apparizioni (5 ª , 7 ª , 10 ª e 13 ª) nelle quali la santa Vergine si rivolge esplicitamente alla Chiesa,
continuiamo ad affrontare il tema proposto:
“Maria e la Chiesa, un’identità da svelare per preparare il Trionfo di Maria e della Chiesa“,
esaminando brevemente, in questa riflessione, la stretta correlazione fra due di queste quattro apparizioni – la 7 ª e la 13 ª – nelle quali la santa Vergine,
- predice il suo riconoscimento (7 ª), e annuncia il suo trionfo (13 ª).
E a tal fine,
prendiamo in considerazione le parole della santa Vergine nelle due diverse apparizioni:
- «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa» (7 ª)
- «desidero presto il mio trionfo, Prega per il Papa e digli che faccia presto» (13 ª) .
A un primo esame, queste due proposizioni appaiono strettamente correlate fra loro, e in questa correlazione intuiamo che il trionfo e il riconoscimento sono interconnessi.
Più precisamente comprendiamo:
che il riconoscimento della santa Vergine, non solo è un evento futuro deciso per divino volere, ma è anche un compito richiesto al Papa, e perciò alla Chiesa, affinché, col riconoscimento, prepari il trionfo della stessa santa Vergine.
E’ come se la santa Vergine avesse pronunciato, in due apparizioni successive, una sola proposizione, e avesse detto:
- il mio riconoscimento avverrà certamente in un tempo prossimo, con la conversione di molti, com’é deciso nel Disegno Eterno della santa Trinità,
- e per rivelare questo grande evento sono scesa dal Cielo a esortare il Papa affinché riconosca le mie apparizioni, in obbedienza al Disegno Eterno della santa Trinità ,
- Che desidera avvenga presto, nel luogo dove sono apparsa, il trionfo mio e della Chiesa.
Poiché dunque,
il riconoscimento della santa Vergine è in stretto rapporto al suo trionfo,
possiamo concludere con la seguente affermazione, che sintetizza il fine del discorso sapienziale offerto dalla santa Vergine con le apparizioni di Ghiaie:
A GHIAIE AVVERRA’ IL TRIONFO DI MARIA GRAZIE AL SUO RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLA CHIESA, SEGNATO DALLA CONVERSIONE DI MOLTI
*
Questo assunto trova altresì, conferma nella piena corrispondenza fra:
- quello che ha detto la santa Vergine e come si è mostrata nelle due apparizioni considerate (la 7 ª e la 13 ª)
E a tal fine cominciamo a comprovarlo, esaminando la relazione fra le parole della santa Vergine e la composizione figurativa della 7ª apparizione.
*
Quel giorno, come abbiamo ricordato, la santa Vergine ha detto:
- «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa»
e, come si legge nel racconto di Adelaide, quello stesso giorno la santa Vergine:
- «aveva il vestito e il velo celeste. Una fascia bianca le cingeva i fianchi; aveva le rose ai piedi e la corona fra le mani. Gesù Bambino vestiva ancora di rosa…»,
e ci chiediamo:
quale corrispondenza possiamo rinvenire fra questa composizione figurativa e le parole della santa Vergine pronunciate in quella stessa apparizione?
*
Per rispondere al quesito, e di conseguenza scoprire la relazione fra le parole della santa Vergine e la composizione figurativa della 7ª apparizione,
occorre tener presente, innanzitutto, che il ciclo epifanico di Ghiaie segue la liturgia Pasquale e che la 7ª apparizione avviene il giorno successivo alla Solennità dell’Ascensione,
contesto liturgico grazie al quale si comprende perché quel giorno la santa Vergine si mostra tutta celeste.
In una semplice proposizione possiamo dire che:
- apparendo tutta celeste il giorno successivo all’Ascensione, la santa Vergine vuole ricordare ch’ella è stata assunta in Cielo con il Divin Figlio, a conferma del legame indissolubile che la unisce al Divin Figlio in virtù dell’Incarnazione.
Verità evidenziata dalla fascia bianca ai fianchi della santa Vergine, figura del grembo verginale e immacolato nel quale – per opera dello Spirito Santo – è stato concepito il suo Divin Figlio, Verbo di Dio, Che vediamo nel Bambino Gesù, in braccio a lei, vestito di rosa, colore della carne umana assunta da lei.
La composizione figurativa della 7ª apparizione si svela così in tutto il suo significato salvifico
e ci permette così di riconoscere:
- nella santa Vergine tutta celeste col Bambino Gesù vestito di rosa fra le sue braccia, la coppia santa e immacolata dell’Incarnazione,
- da cui principia l’Opera della nostra Redenzione,
- attuata da quel Divin Bambino con la partecipazione della sua santa Madre – nel grembo della quale si è rivestito della carne umana destinata ad essere crocifissa nel santo Sacrificio della Croce, per la salvezza dell’umanità.
Più precisamente,
- pensando all’unione fra Gesù e Maria compiuta sul Talamo della Croce,
nella composizione figurativa presa in esame, possiamo riconoscere:
- nel Bambino vestito di rosa fra le braccia della santa Vergine tutta celeste con la fascia bianca ai fianchi, lo Sposo Eterno della sua santa Madre – fin dall’Incarnazione nel suo grembo Immacolato – e per tutta la vita con lei – fin sul Talamo della Croce – e poi in Cielo, dove, come sua Sposa, ella vive nella totale unità con Lui.
*
In conclusione possiamo dire che:
la profezia annunciata nella 7ª apparizione, dalla santa Vergine con le parole: «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa»,
deve essere perciò considerata come
- espressione dell’Unità Sponsale della coppia dell’Incarnazione,
- grazie alla quale Unità Sponsale (come abbiamo evidenziato nella precedente riflessione) la Chiesa deve riconoscere la santa Vergine nel sommo privilegio di Mediatrice di tutte le Grazie, poiché lei può ottenere tutto dal Divin Figlio suo Sposo,
- e così preparare il trionfo della stessa santa Vergine, che sarà segnato dalla conversione di molti, condotti dalla Chiesa, con la santa Vergine, sulla Via tracciata da Cristo fino al Calvario, per essere elevati, con la Chiesa stessa, alle nozze eterne con Cristo Signore.
*
Il Trionfo dell’Incarnazione, a Ghiaie, per il mondo.
Dopo aver esaminato (nella precedente riflessione intitolata: “Il riconoscimento e il trionfo di Maria, a Ghiaie”) la 7 ª apparizione,
passiamo a esaminare la 13 ª, e ultima, apparizione,
molto importante perché apre il nostro sguardo sul nostro tempo, ch’é il Tempo della Chiesa“, e dunque sulla Missione della Chiesa,
chiamata
a rivelaree completare il Disegno Eterno della santa Trinità, principiato con l’INCARNAZIONE del Verbo di Dio nel Seno della santa Vergine Maria – attuando così il suo TRIONFO,
che sarà segnato, come abbiamo visto nelle precedenti riflessioni, dalla conversione di molti, e dal conseguente RICONOSCIMENTO della santa Vergine stessa come Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie.
*
Rileggiamo allora, il racconto di Adelaide relativo alla 13 ª, e ultima, apparizione,
soffermandoci, in particolare, sulle parole pronunciate dalla santa Vergine in relazione al suo TRIONFO,
che la stessa santa Vergine colloca sorprendentemente nel luogo delle apparizioni.
Dice infatti, la santa Vergine :
- «DESIDERO PRESTO IL MIO TRIONFO. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti IN QUESTO LUOGO. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio».
Come bene si nota, leggendo attentamente le parole della santa Vergine,
Ella mette chiaramente in relazione il suo “TRIONFO” al “LUOGO” delle sue apparizioni, tanto che predispone “IN QUESTO LUOGO” una vera inondazione di Grazie.
Relazione davvero sorprendente!
Nel leggerla si rimane meravigliati dinnanzi alla sproporzione fra la grandezza del Trionfo della Madre di Dio e la piccolezza del villaggio di Ghiaie;
e, inevitabile, sorge alla mente una domanda:
perché l’infimo LUOGO delle apparizioni è così importante, per la santa Vergine, da essere indicato non solo come luogo nel quale è preparato il suo TRIONFO, ma addirittura come luogo del suo stesso TRIONFO, che sarà anche il TRIONFO della Chiesa?
A questa domanda risponderemo in tre passaggi.
PRIMO PASSAGGIO:
IL TEMA DELL’INCARNAZIONE, FONDAMENTO DEL CICLO EPIFANICO DI GHIAIE.
Per comprendere perché la santa Vergine ha legato il suo Trionfo – e perciò, anche il Trionfo della Chiesa – al luogo delle sue apparizioni,
occorre dapprima ricordare come si è mostrata, quel giorno, 31 maggio, la santa Vergine,
che, secondo il racconto di Adelaide, quel giorno è apparsa
«vestita come nella prima apparizione».
Ovvero:
con l’abito bianco e il velo azzurro.
Indicazione molto importante, grazie alla quale – invitati a tornare, dall’ultima alla prima apparizione del 13 maggio,
possiamo ritrovare nell’ultima apparizione del 31 maggio – proprio nel colore dell’abito e del velo della santa Vergine – il tema che connota la prima apparizione del 13 maggio, e poi tutto il ciclo epifanico di Ghiaie:
l’INCARNAZIONE.
Come si ricorderà infatti,
esaminando la prima apparizione, del 13 maggio,
- nel Bambino Gesù vestito di rosa (colore della carne umana) in braccio alla santa Vergine,
- abbiamo riconosciuto il Verbo di Dio, sceso dal Cielo e incarnato nel Seno dell’Immacolata sempre Vergine Maria (raffigurata dalla “bella Signora” vestita di bianco)
- grazie all’adombramento dello Spirito Santo (rappresentato nell’azzurro del velo dell’Immacolata),
- a ricordare che il Verbo di Dio si è fatto uomo per offrire il suo Corpo e il suo Sangue, in remissione dei peccati dell’umanità liberandola dalla morte, e unirla in una Nuova ed Eterna Alleanza con Dio, nel Suo Regno.
Per questo,
tornando a riconsiderare l’ultima apparizione del 31 maggio,
proprio nell‘abito bianco e nel velo azzurro con cui la santa Vergine si è mostrata,
rinveniamo, anche in quell’ultima apparizione, del 31 maggio, il tema dell’INCARNAZIONE, come l’abbiamo trovato nella prima apparizione del 13 maggio,
a conferma che il tema dell’INCARNAZIONE costituisce il fondamento di tutto il ciclo epifanico di Ghiaie, dalla prima all’ultima apparizione.
SECONDO PASSAGGIO:
IL TEMA DELL’INCARNAZIONE, NEL PASSAGGIO DAL TEMPO DI MARIA AL TEMPO DELLA CHIESA, .
Dopo aver constatato che il tema dell’Incarnazione lo si riviene sia nella prima che nell’ultima apparizione,
continuando a raffrontare le due apparizioni, emerge, sorprendentemente, una evidente differenza fra esse:
nell’ultima apparizione, infatti, la santa Vergine si mostra senza il Bambino Gesù e senza san Giuseppe al suo fianco, coi quali, invece, si è mostrata nella prima apparizione.
La qual cosa, in un primo momento, stupisce, perché,
non vedendo più il Divin Bambino in braccio alla santa Madre, siamo costretti a pensare ad una separazione fra Gesù e Maria, che formano insieme la coppia dell’Incarnazione;
e ci domandiamo:
se il tema dell’INCARNAZIONE si ripropone in entrambe le apparizioni, come mai nell’ultima apparizione la santa Vergine si mostra da sola, senza il Divino Bambino e senza san Giuseppe?
Per comprendere questo cambiamento, nel quale intuiamo un passaggio,
occorre rammentare, e tener bene nella mente, che:
- il ciclo epifanico di Ghiaie si svolge a Pasqua, ed è suddiviso in due fasi, di 9 e 4 apparizioni,
- corrispondenti a due solennità della Pasqua, Ascensione e Pentecoste;
- che segnano due tempi della storia della Salvezza: il Tempo di Maria e il Tempo della Chiesa.
In particolare,
- il Tempo di Maria, lo si riconosce nella prima fase – connotata dalla solennità dell’Ascensione, e formata da nove apparizioni – che ricorda la storia della Salvezza (dall’Incarnazione alla Resurrezione e Ascensione del Signore attraverso la sua Crocifissione);
- il Tempo della Chiesa, lo si riconosce nella seconda fase – connotata dalla solennità di Pentecoste, e formata da quattro apparizioni – che ricorda la nascita della Chiesa e la sua Missione (nella storia della Salvezza).
La variazione di aspetto della santa Vergine, dalla prima all’ultima apparizione, si spiega proprio in riferimento a questi due tempi,
ovvero nel passaggio:
dal Tempo di Maria al Tempo della Chiesa,
nel quale, passaggio, possiamo cogliere un grande insegnamento sapienziale, offerto dalla santa Vergine, che possiamo sintetizzare con la seguente proposizione:
mostrandosi, il 31 maggio, ultima apparizione della seconda fase del ciclo epifanico, nel tempo di Pentecoste, senza il Bambino Gesù e senza san Giuseppe al suo fianco – proprio come alla Vigilia dell’Ascensione e all’Ascensione,
la santa Vergine vuol farci capire che:
- il Divin Figlio, Asceso al Cielo, ha disposto, che, a Pentecoste, la sua santa Madre, Assunta in Cielo con Lui, sia manifestata, in primo piano, nella Chiesa,
- mentre Lui si colloca come in secondo piano, nell’unità col Padre e lo Spirito Santo, rimanendo velato nell’Eucarestia,
- affinché la santa Madre conduca la Chiesa sulla Via del Calvario, a concepire e partorire, con il Divin Figlio, nel dolore, una nuova umanità unita nel suo Amore Eucaristico.
Riconoscendo dunque, nella variazione fra la prima e l’ultima apparizione, il passaggio dal Tempo di Maria al Tempo della Chiesa, comprendiamo ancor più chiaramente, l’insegnamento della santa Vergine,
la quale desidera si ricordi che:
- come, mediante l’INCARNAZIONE, lei ha concepito e partorito il Verbo di Dio fatto uomo, e con Lui, sul Calvario, ha generato, nel dolore, tutti i fratelli redenti in Lui,
- così la Chiesa è chiamata a partorire, con il Divin Figlio, insieme a lei, nel dolore del Calvario, una nuova umanità unita nell’Amore Eucaristico.
CONCLUSIONE
A GHIAIE LA SANTA VERGINE PREDISPONE IL TRIONFO DELL’INCARNAZIONE, COME MEDIATRICE DI TUTTE LE GRAZIE.
Non è difficile, a questo punto, rispondere alla domanda posta all’inizio di questa riflessione,
Ovvero:
perché l’infimo LUOGO delle apparizioni è così importante, per la santa Vergine, da essere indicato non solo come luogo nel quale è preparato il suo TRIONFO, ma addirittura come luogo del suo stesso TRIONFO, che sarà anche il TRIONFO della Chiesa?
Possiamo, in estrema sintesi, dire così:
- il piccolo villaggio di Ghiaie è molto importante perché in questo luogo la santa Vergine è apparsa per ricordare il Grande Mistero dell’Incarnazione dal quale principia la storia della Salvezza, affinché la Chiesa lo faccia rivivere in tutto il mondo attuando, in tutto il mondo, il Trionfo di Maria.
- che sarà riconosciuta nel sublime Titolo di Corredentrice e Mediatrice di Grazia, a segnare il termine ultimo di un Tempo di Grazia – iniziato con L’INCARNAZIONE del Verbo di Dio nel seno della santa Vergine Maria,
- formata da Lui fin nel grembo Verginale come sua Madre, e preparata poi a partecipare con Lui al santo Sacrificio Redentore come sua Sposa Corredentrice, grazie alla quale partecipazione, la santa Vergine Maria è divenuta: Mediatrice di tutte Grazie.
*
Occorre altresì ricordare che la Missione di portare nel mondo il Grande Mistero dell’Incarnazione è stata affidata alla piccola Adelaide, chiamata dalla santa Vergine a diventare suora Sacramentina pronunciando il suo sì per tutta la Chiesa, affinché, nel suo sì, echeggiasse il SI’ di Maria in tutto il mondo.
Come più volte abbiamo evidenziato,
la santa Vergine ha indicato ad Adelaide, per divenire suora Sacramentina, lo stesso periodo – tra il 14° e il 15° anno – nel quale la stessa santa Vergine ha concepito il Verbo di Dio, investendola, così, della Sacra Missione di compartecipare all’INCARNAZIONE DEL VERBO DI DIO, che si ripete misticamente nelle caste vergini consacrate alla vita religiosa.