La storia delle apparizioni di Ghiaie scaturisce dunque dal presepe allestito da Candido, con Adelaide e le sue piccole amiche, nel tempo di Natale, in un prato nascosto del villaggio, trasformato dal Cielo in un Paradiso in terra, grazie alla fede pura di quelle creature innocenti.
Per comprenderla meglio questa storia, occorre aggiungere che gli incontri di quei bambini in quel prato continueranno anche dopo quel Natale.
Adelaide con le sue piccole amiche saliranno ancora, nei giorni di pieno inverno, fino al quel prato, dinnanzi al casolare di Candido, per partecipare alle sue Messe; seguendolo poi, nel tempo della Quaresima, lungo la Via Crucis da lui ideata, con croci incise nei tronchi degli alberi di quello stesso prato, nel quale il luogo della morte del Signore si affiancherà, così, provvidenzialmente, al luogo della Sua nascita, a costituire una continuità visibile, per ricordare che il Bambino di Betlemme, doveva salire il Golgota per la salvezza dei peccatori.
Dopo quest’esordio, forse qualcuno, pensando proprio a quel prato lasciato nella desolazione e nell’incuria, potrebbe interrompere la lettura; perché, se era difficile credere a quel che accadeva in quel prato nel tempo di Natale, lo sarebbe ancor più, nel vedere, non solo Adelaide e le sue piccole amiche seguire Candido – che dinanzi ad ogni albero ricorda, stazione dopo stazione, la Santa Passione e Morte del Signore – ma anche il grande corteo dei bambini martiri che a Natale hanno adorato, con loro, il Santo Bambino nel presepe di foglie e rametti sotto la capanna di tronchi. Un corteo immenso e silenzioso di piccole anime innocenti, che offrono, ciascuno, la propria sofferenza, a completamento dell’immenso dolore di Gesù.
Ma ancora non basta. Questa storia non termina qui. Coloro che hanno perseverato nella lettura dovrebbero alzare gli occhi al cielo, e nel più grande stupore, vedere sopra quella moltitudine di piccoli martiri innocenti, una miriade di angeli raccogliere nelle ali tutto quel dolore, per elevarlo al Cielo nell’amore di Cristo Crocifisso.
Forse, non è cosa semplice credere che per davvero dei bambini abbiano aperto il Paradiso sulla terra in un prato di un remoto villaggio, in quel tempo d’Inferno segnato da una terribile via della croce estesa al mondo intero.
Eppure, questa storia è vera.
Ed è molto ricca.
Si racconta ad esempio, che durante una Via Crucis, stringendo nelle mani un crocifisso regalatole da Candido, Adelaide lo abbia visto animarsi e, sentendo dolori al cuore, abbia avvertito in quel momento l’amore di Gesù per lei e la richiesta di una grande sofferenza per la salvezza dei peccatori, che farà di lei una piccola martire, come i bimbi martiri mandati dal Cielo ad accompagnarla in quella Via della Croce.
Molti altri sono i racconti che formano questa storia.
Uno, in particolare, non si può tacere.
Si narra che un giorno di quell’inverno, in quel prato, per partecipare a quella grande Via della Croce, arriva un bambino, dal volto bellissimo, ma tremante a causa del freddo, perché veste solo una leggera tunica grigia ed è a piedi nudi. Nel vederlo, Adelaide prova compassione, e subito si precipita al casolare a prendere un paio di calze per riscaldare i suoi piedi. Quel bambino la ringrazierà con un sorriso luminosissimo prendendo poi, fra le sue, le mani di Adelaide, che rimarranno segnate per sempre da quell’incontro.
Per coloro che sono arrivati fin qui nella lettura, non sarà difficile capire chi è quel Bambino; anche se qualcuno di loro proverà incredulità.
Per costoro, e per questa Chiesa – che distrugge le storie del Cielo e antepone la convenienza complice del potere alla Verità – ricordiamo che in quel prato, dimenticato e nascosto al mondo, vive ancora l’anima vera della Chiesa pura, santa e immacolata, la Chiesa dei Santi Innocenti, dove Adelaide torna a pregare, e piangere – insieme a Candido, ai bambini martiri, agli angeli, all’Emanuel e alla Sua Santa Madre – per la terra segnata di nuovo, orribilmente, da inesauste stragi di bambini e di cristiani, sempre più atroci, a causa del peccato e dell’incredulità.