Una chiara conferma dell’affermazione che Adelaide ripeterà negli ultimi anni della sua vita, ovvero:
«Sono stata, sono, e sarò sempre suora Sacramentina»,
si rinviene nella lettera del 24 luglio 1986 a Madre Alipia (Superiora delle suore Sacramentine del convento di Lavagna).
Così scriveva Adelaide in quella lettera:
Non ho mai dimenticato il periodo trascorso nel nostro istituto (mi permetto di chiamarlo così) perché io mi sono sempre sentita parte delle Sacramentine anche se le molteplici vicissitudini mi hanno tenuta lontana. Non ho mai cessato di amare la Congregazione.
In quella stessa lettera, confessando di sentirsi confusa nel ricordo degli avvenimenti del periodo del Postulandato e del Noviziato, Adelaide chiedeva, alla Madre Alipia, di poter avere una piccola cronaca per conoscere e rivivere a distanza quel periodo,
che ho sempre giudicato il migliore della mia vita, dopo le apparizioni,
scriveva ancora.
E a questo scopo così continuava:
Forse allora non conoscevo nemmeno bene cosa mi succedeva attorno perché voi con tanto amore materno cercavate di nascondermi il più possibile per farmi meno soffrire,
*
Quel periodo era stato infatti, molto difficile e burrascoso per la Congregazione Sacramentina, a causa dell’avversione furiosa di membri della Curia di Bergamo, accordati all’Inquisitore,
soprattutto nei confronti della Madre Elisa Grisa Superiora Generale, che,
nonostante la sentenza di condanna del Tribunale Ecclesiastico del 1947, aveva accolto Adelaide continuando a difenderne strenuamente l’idoneità alla vita religiosa “per la bontà e la virtù di cui ha dato lunga prova”,
costretta alla fine a subire con grande dolore l’oltraggio della svestizione e della deportazione di Adelaide, fino a perdere la vita, ferita mortalmente al cuore da quello strappo brutale.
Per Adelaide invece, quel periodo era stato, come lei stessa afferma, il migliore della sua vita dopo le apparizioni.
Finalmente felice dopo tanti tormenti, protetta dalla Madre Elisa e dalla Madre Alipia, aveva potuto assaporare la vita tanto desiderata e gustare, con le sorelle nella vocazione, un’unione dolce, allegra, scambievole, confidente tranquilla.
Inginocchiata con loro dinnanzi a Gesù Eucarestia, coperta dal lungo velo bianco dell’adorazione, ogni giorno e ogni notte Adelaide raccoglieva nel cuore, coi propri cari, tutti quelli che l’avevano vessata, violentata, maltrattata, derisa, disprezzata, accusata, condannata, ai quali offriva tutto lo slancio dell’anima di cui era capace nella preghiera.
E al parroco don Cesare Vitali, il 26 settembre 1951, scriveva.
sapesse quanta gioia provai in questi giorni nel sentirmi finalmente a posto! Come si prega bene davanti a Gesù Sacramentato.
*
Ma in cosa consisteva la gioia provata da Adelaide nella preghiera davanti a Gesù Sacramentato, nel “periodo migliore della sua vita dopo le apparizioni”?
O meglio, ci domandiamo:
cosa mai nascondeva Adelaide in quella gioia?
Per scoprirlo occorre:
- tornare alle apparizioni del maggio 1944, ricordando innanzitutto le parole, ormai tanto note, della santa Vergine ad Adelaide nella seconda apparizione del 14 maggio: «Tra il quattordicesimo e quindicesimo anno ti farai suora Sacramentina»,
- e, grazie a quelle parole, comprendere che, quel giorno, la santa Vergine ha voluto investirla della Sacra Missione di diventare sua immagine fedele, in quanto Madre del Verbo, da lei concepito proprio fra tra il 14° e il 15° anno (età nella quale le donne ebree si sposano e la santa.Vergine Immacolata, diviene Sposa dello Spirito Santo ricevendo nel suo seno il Verbo di Dio, Che scende dal Cielo per farsi uomo).
Ma ancor più comprendere che, con quelle parole, la santa Vergine
- le preannuncia la salita al Calvario con il Figlio, Che si è incarnato in Lei per soffrire, morire sulla Croce e così redimere l’umanità dal peccato.
Nella “gioia” vissuta da Adelaide nella preghiera davanti a Gesù Sacramentato, possiamo allora riconoscere, nella più grande afflizione del cuore, la “gioia” del Signore e della santa Vergine per la Salvezza dei peccatori, strappati alla morte dell’anima e alla dannazione eterna da tanto dolore.
E dire perciò, che
davanti a Gesù Sacramentato, unita alla santa Passione del Signore, Adelaide si offriva come Ostia per la Salvezza dei peccatori, che formava, con Cristo e in Cristo, la sua “gioia”,
predisponendosi così a compiere la Missione affidatale dalla stessa santa Vergine nelle apparizioni del maggio:
- pregare e offrirsi per l’umanità deturpata dal peccato,
- e condurla ad abbeverarsi al Purissimo Sangue del Verbo Immolato, unica Fonte di Salvezza e di Unità d’Amore.
Missione che condurrà per tutta la vita, in unità di spirito con le sorelle Sacramentine, che sentirà sempre vicine come scriverà a conclusione della lettera a Madre Alipia:
devo proprio dire che il vostro orante ricordo l’ho sempre sentito vicino. Unite nella preghiera e un presto arrivederci con immutato affetto.
*
A MARGINE.
Questa riflessione permette di comprendere meglio il significato delle apparizioni di Ghiaie per quanto riguarda gli inviti reiterati della santa Vergine a pregare per i peccatori.
Ma non solo.
Essa riconduce la nostra attenzione, in particolare, al bacio eucaristico inviato ad Adelaide, dalla santa Vergine, nell’apparizione del 29 maggio, con l’indice e il pollice uniti sulle labbra,
grazie al quale Adelaide riceve il dono dello Spirito Santo effuso nella sua anima, col “respiro” dell’anima della santa Vergine.
Grande, immenso dono,
sul quale è molto importante soffermare di nuovo l’attenzione,
perché, grazie a quel dono, in Adelaide si rinnova misticamente l’Incarnazione del Verbo Eucaristico, affinché possa attuare
la grande Missione Eucaristica per cui è stata prescelta,
che si rivela, perciò, fin da quel giorno, come Missione della Chiesa, nata a Pentecoste col dono dello Spirito Santo.
E poiché, col dono dello Spirito Santo, Adelaide viene trasfigurata a immagine della Chiesa (che nella santa Vergine è invitata a riconoscere il proprio Modello Primo),
è doveroso ricordare che
molto male hanno fatto i sacerdoti responsabili del martirio di Adelaide,
- chiamati, comunque, ancora, a riconoscere in Adelaide, non solo l’immagine della santa Vergine Madre del Verbo Eucaristico, ma anche la portatrice del loro Ministero,
- e invitati, con questo spirito e questa consapevolezza, ad accostarsi ad Adelaide, che, adorante davanti a Gesù Sacramentato, vedeva:
il Signore salire il Calvario, sotto il peso della croce, con la corona di spine fissata sul capo, raggiunto dagli sputi della gente intorno che urlava con ferocia parole incomprensibili,
e poi, inchiodato alla croce, fra i due ladroni, piangere lacrime di sangue che colavano sul suo volto,
e altro sangue che scendeva da tutto il suo corpo piagato dalle frustate,
e ancora sangue dal costato aperto dal colpo di lancia del centurione piangente,
e infine la santa Madre, col manto marrone, inginocchiata sotto la croce, dinnanzi al Figlio Crocifisso, circondata da un mare di lebbrosi, giunti da ogni parte della terra per ricevere il sangue purissimo del Figlio e, grazie a quel purissimo Sangue, guarire.