LA CHIESA COME MARIA MAESTRA DI SAPIENZA
In questa riflessione esaminiamo le parole con le quali la santa Vergine lega la realtà della morte al suo Sacro Cuore,
nelle due implorazioni di preghiera in favore dei peccatori ostinati,
espresse in due giorni solenni della Pasqua, strettamente connessi fra loro, a rimarcare l’estrema importanza di queste implorazioni di preghiera: l’Ascensione e la Pentecoste.
Le due implorazioni, rivolte ad Adelaide, sono le seguenti:
- «Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore» (giovedì 18 maggio, solennità dell’Ascensione).
- «Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte» (domenica 28 maggio solennità di Pentecoste)
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A una prima lettura, le due implorazioni paiono sostanzialmente identiche, ma, ad una lettura più attenta, si nota che differiscono nel contesto temporale in cui ciascuna è collocata, e nel carattere.
Esaminiamole dunque, in successione,
cominciando dalla prima implorazione
«Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore»
che ha un carattere oggettivo.
Questa implorazione riguarda infatti, il momento in cui la morte agisce sull’uomo, costringendolo ad accettare i limiti posti da Dio al fine d’incontrarLo nell’umiltà,
purtroppo rifiutata dal peccatore ostinato che preferisce opporsi a Dio, e rifiutare il santo Sacrificio del Figlio, per conservare la superba finzione di una realtà fittizia e così rimanere padrone di se stesso anche nel trapasso.
Condizione terrificante che rinnova la morte dell’umilissima Madre di Dio, colpita al Cuore dal peccatore ostinato, perché costretta a vedere quell’anima, strappata dalle sue mani, precipitare nel buio eterno.
La qual cosa ci fa capire l’importanza di questa implorazione della santa Vergine,
che richiama la Chiesa alla sua prima e vera Missione, ovvero a scongiurare la perdita delle anime, redente a caro prezzo dal santo Sacrificio di Gesù e alleviare il dolore della sua santa Madre.
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Passando poi a esaminare la seconda implorazione
«Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte»
vediamo che ha un carattere soggettivo,
riconoscibile nell’esortazione a pensare alla morte rivolto ai peccatori, soprattutto ai peccatori ostinati, affinché si liberino da false concezioni della vita che li spingono a vivere egoisticamente solo nel presente, e li fanno precipitare, con la morte, nel buio eterno, provocando un atroce dolore al Cuore della santa Vergine, che è espressione della sapienza di Dio.
Con questa implorazione, la santa Vergine, si presenta chiaramente come Maestra di Sapienza, e invita la Chiesa a insegnare ai fedeli il mistero della morte, perché siano preparati e possano essere accompagnati nel transito da questa vita alla vita del Cielo.
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Entrambe le implorazioni, permettono dunque, di capire
- quanto sia importante, per la santa Vergine, il tema della morte,
- e quanto deve esserlo per la Chiesa, chiamata ad essere, come Maria, Maestra di Sapienza e scongiurare la perdita delle anime, redente a caro prezzo dal santo Sacrificio di Gesù.
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LA CHIESA COME MARIA CORREDENTRICE
Ma non è solo questo il compito che la santa Vergine si propone di ricordare alla Chiesa, con le sue implorazioni a pregare per i peccatori che stanno morendo e che non pensano alla morte.
Oltre ad essere Maestra di Sapienza, la santa Vergine invita la Chiesa a compiere, con lei, la Missione di Corredentrice.
E per questo ricorda la morte del suo Divin Figlio, con la seguente implorazione rivolta ad Adelaide perché la trasmetta alla Chiesa:
«Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro» (29 maggio).
Come ben si comprende,
con quest’altra implorazione, la santa Vergine chiama la Chiesa a ricordare quanto è costata la salvezza dei peccatori
e con lei, mediante la compassione del suo dolore di Madre e Sposa, partecipi al dolore del Divin Figlio, unendo alla sofferenza infinita del Divin Figlio, la sofferenza di tutti i suoi membri, sia in Cielo che in terra.
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LA CHIESA COME MARIA OSTIA PURA
L’invito della santa Vergine alla Chiesa di compiere con lei la Missione di Corredentrice,
è chiaramente riconoscibile, e si riveste di nuova luce, nel ricordo, ad Adelaide, della sua morte (reiterato per ben quattro volte: 14, 19, 30, 31 maggio).
Come abbiamo rammentato in altre riflessioni, infatti,
Adelaide è chiamata dalla santa Vergine, fin dalla seconda apparizione,
- a “farsi suora Sacramentina” per essere sua fedele immagine come Madre del Verbo e Sposa Corredentrice del Divin Figlio Redentore,
- e a soffrire e morire con Cristo Crocifisso, quale Ostia pura, per la salvezza dei peccatori.
Riferimento assai importante, grazie al quale, comprendiamo che
la santa Vergine invita la Chiesa a considerare Adelaide come la sua propria immagine
e perciò
- a salire – con Adelaide, sua fedele immagine – il Calvario, dove rivivere il santo Sacrificio del Divin Figlio
- e – con Adelaide, sua fedele immagine – offrirsi, all’altare del santo Sacrificio, quale Ostia Pura, per offrire al Padre l’Ostia Purissima Vittima d’Amore per la Redenzione dei peccatori.
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LA CHIESA COME MARIA LIBERATRICE
Per comprendere ancor meglio, nelle accorate implorazioni della santa Vergine, i compiti che la Chiesa deve adempiere ammaestrando i fedeli sul Mistero della morte,
occorre rileggere
- il brano del diario di Adelaide del 29 maggio, nel quale Adelaide riporta la severa catechesi sull’espiazione correlata alla morte del Divin Figlio:
La Madonna mi sorrise e mi disse: Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggior fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il paradiso. Se non faranno questo non avranno premio e saranno severamente castigati. Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il paradiso. Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno.
- e poi soffermare l’attenzione sul brano successivo, di chiusura della stessa apparizione del 29 maggio, nel quale Adelaide ricorda il bacio mandato a lei dalla santa Vergine e la contemporanea liberazione dei colombi:
Mentre la Madonna portava la mano alla bocca per mandarmi un bacio coll’indice e pollice uniti, le due colombine le svolazzarono d’intorno e accompagnarono la Madonna mentre si allontanava adagio adagio.
Meditando questi due brani, concatenati da un chiaro significato salvifico ed escatologico,
- la Chiesa è invitata a comprendere, nel bacio mandato dalla santa Vergine ad Adelaide, che può donare, come Maria, lo Spirito di Cristo,
- affinché i suoi figli, trasformati in creature nuove, possano, nella conversione dal peccato alla Garzia, accedere, mediante l’espiazione e la santificazione della sofferenza, alla Comunione con Cristo Eucarestia, ed essere liberati dalla morte e dal peccato, come avverrà alla fine dei tempi secondo la Parola di Dio.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. (Ap 21, 1-5).
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A conclusione di questa prima riflessione,
al fine di mostrare come il tema della morte rischiari il TEMA PRINCIPALE delle apparizioni
ovvero:
- L’UNITA’ ETERNA D’AMORE FRA CRISTO E LA CHIESA, figurato dalla COPPIA DI COLOMBI BIANCHI che appaiono nel cielo aprendo tutte le apparizioni, e conducono lo sguardo di Adelaide alla Sacra Famiglia costituita dalla COPPIA DELL’INCARNAZIONE, GESU’ E MARIA, e da san Giuseppe,
ricordiamo che:
- all’inizio Dio ha creato l’uomo come coppia, la quale ha peccato meritando la morte,
- ma che questo castigo è stato mutato da Dio in Misericordia
- mediante il santo Sacrificio del Figlio con la partecipazione della sua santa Madre e Sposa Maria: LA NUOVA COPPIA UNITA NEI DUE CUORI COME UN SOLO CUORE,
- che ogni morente può vedere in Cielo, e si rassicuri, e comprenda che sono accanto a lui, per accompagnarlo nello splendore della Luce Divina, partecipe delle nozze fra CRISTO E LA CHIESA.
Perché l’Amore è più forte della morte.
Scrive san Giovanni Eudes:
L’autore della vita sul Calvario è in stato di morte nel Cuore dell’addolorata Madre. Questo cuore meraviglioso è una tomba vivente e vivificante, poiché il suo SS. Cuore che ha cooperato all’Incarnazione, ha pure contribuito alla sua risurrezione.
Gesù è resuscitato nel sepolcro e allo stesso tempo ne è uscito. Gesù è resuscitato nel cuore di Maria, ma non ne è mai uscito e non ne uscirà in eterno.
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Per approfondire l’esegesi del diario di Adelaide si consiglia la lettura di