Don Divo Barsotti affernava che Fatima è il più grande evento soprannaturale dopo l’Ascensione, allo stesso modo si può affernare che Ghiaie è il più grande evento soprannaturale dopo la Pentecoste.
Per comprenderlo è sufficiente ricordare che:
l’apparizione centrale del ciclo epifanico di GHIAIE è proprio quella del 28 maggio, solennità di PENTECOSTE, giorno in cui, è bene sottolinearlo, nasce la CHIESA.
GHIAIE, LA CHIESA, LA PENTECOSTE formano infatti, un’unità sapienziale, disegnata fin dal Principio per il nostro tempo – grazie alle apparizioni del maggio 1944 – dalla Santissima Trinità, che ha voluto lasciare ripetutamente il segno della propria Presenza, unendo tempo finito e tempo eterno, persino nel numero stesso delle apparizioni, 13, che iniziano il 13 e terminano il 31 maggio.
Per comprendere ancor meglio questa unità sapienziale disegnata dalla Santissima Trinità occorre, altresì, soffermare attentamente il pensiero sulla frase che la santa Vergine ha pronunciato quel giorno solenne in merito alla pace nel mondo:
Al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli.
Leggendo queste parole, è necessario, innanzitutto,
- cogliere la sorgente da cui sgorgano, ovvero il Cuore della santa Vergine, che lei stessa indica, dicendo: “al mio cuore”.
E poi, ricordando che il Cuore della santa Vergine è unito al Cuore del Divin Figlio, come una cosa sola, poiché i due Cuori, di Maria e di Gesù, formano un solo Cuore,
- dobbiamo portarci al Calvario, dove, contemplando i due Cuori uniti nel dolore, vediamo il Cuore aperto di Gesù, dal quale è partorita la Chiesa in unità col Cuore della Madre spezzato dallo stesso atroce dolore del Figlio.
Condizione, questa, assolutamente prioritaria, per comprendere le parole pronunciate dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, alla piccola Adelaide, e dal lei riferite, per conto della santa Vergine, alla Chiesa Universale,
chiamata a ricordare che:
- la pace del mondo nasce lì, al Calvario, dal Cuore aperto di Cristo in unità col Cuore spezzato della sua santa Madre.
Per questo la santa Vergine inizia la frase, che riguarda la pace mondiale, indicando il suo Cuore, che è il Cuore stesso della Chiesa, partorita dal Cuore di Cristo.
Con quella frase, pronunciata nell’apparizione di Pentecoste, la santa Vergine vuole perciò ricordare:
- che la pace scaturisce, con la Chiesa, dal Cuore di Cristo, Unico Salvatore dell’umanità, che ha attuato la Redenzione del mondo dal peccato e dalla morte, mediante il suo santo Sacrificio, compiuto con la Morte in Croce.
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Ma, ovviamente, questa verità ancora non basta.
E’ la condizione prima e preliminare per comprendere le parole della santa Vergine.
Dal Calvario (dove torneremo per comprendere il complesso figurativo della stessa apparizione) occorre portarci, col pensiero, al Cenacolo,
dove il Signore Gesù, preparandosi a salire il Calvario e morire in Croce, ha istituito l’Eucarestia e dove, dopo l‘Ascensione, scenderà, a Pentecoste, con lo Spirito Santo, su Maria e gli apostoli, chiamati a unire il mondo nella vera Pace di Cristo Crocifisso e Risorto, mediante l’Amore Eucaristico.
E’ proprio al Cenacolo infatti, che, nelle parole della santa Vergine relative alla pace nel mondo, possiamo chiaramene risentire le Parole pronunciate da Gesù nella preghiera al Padre (la qual cosa permette di capire che la santa Vergine, sia pur appartata, ha udito e conservato nel cuore le parole del Divin Figlio).
Ricordiamo allora, due brani della preghiera di Gesù al Padre, che riportano alle parole pronunciate dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste a Ghiaie, e le chiariscono.
Vi lascio la Pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me. Ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe del mondo. Egli non può nulla contro di me; ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. (Gv. 27,30)
Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. (Gv. 18,26)
Continueremo la riflessione, invitando i lettori a leggere le pagine de: L’ORA DI MARIA, L’ORA DELLA CHIESA relative all’apparizione di Pentecoste (pp 129 – 147).